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Dazi, Pechino colpisce carbone e petrolio Usa
15% su carbone e 10% su greggio, e fa ricorso cinese al WTO. I ministri francesi: "Nessuna concessione a Trump, pronti a una ritorsione". Metsola: guerre commerciali non giovano a nessuno
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina raggiunge un nuovo punto critico con l'annuncio di Pechino di nuove tariffe sui prodotti americani. Il Ministero del Commercio cinese ha comunicato l'imposizione di dazi del 15% su carbone e gas naturale liquefatto, e del 10% su petrolio greggio, macchinari agricoli e automobili di grossa cilindrata, in risposta alle misure analoghe imposte dall'amministrazione Trump.
La reazione di Pechino non si limita alle contromisure tariffarie. Il governo cinese ha presentato un ricorso formale all'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) contro i dazi americani, definendoli "di natura dannosa", e ha contemporaneamente avviato un'indagine antitrust nei confronti di Google.
In questo scenario, l'Unione Europea cerca di mantenere una posizione equilibrata ma ferma. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, alla Conferenza degli ambasciatori dell'UE 2025, ha sottolineato l'importanza di evitare una guerra commerciale, ricordando il valore strategico delle relazioni transatlantiche, quantificato in 1,5 trilioni di euro di scambi commerciali.
Tuttavia, la posizione europea si sta irrigidendo. I ministri francesi dell'Industria e del Commercio, Marc Ferracci e Laurent Saint-Martin, hanno espresso una linea dura durante il Consiglio informale UE Competitività a Varsavia, escludendo concessioni a Trump e prospettando possibili ritorsioni se necessario.
La Metsola ha inoltre evidenziato la necessità per l'UE di rafforzare la propria presenza strategica nella regione Indo-Pacifica, sottolineando come gli interessi europei siano strettamente interconnessi con quelli di quest'area, dalla sicurezza alla tecnologia, fino alle questioni climatiche. |
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04-02-2025
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