Conclave, fumata bianca: eletto il cardinal Prevost, è Leone XIV
Campane in festa a San Pietro. Al quarto scrutinio i cardinali trovano il nome del 267esimo Papa. L’Habemus Papam è arrivato alle 19.13 dalla Loggia della basilica vaticana
Secondo giorno di voto per eleggere il nuovo Pontefice, successore di Papa Francesco, nel Conclave che si tiene nella Cappella Sistina in Vaticano. Dopo la fumata nera di ieri, e quella delle 11.51 al termine del secondo e terzo scrutinio, i 133 cardinali elettori sono tornati a votare e hanno raggiunto la maggioranza necessaria alla quarta votazione: poco dopo le 18 infatti è arrivata la fumata bianca. A essere eletto il cardinale americano Robert Francis Prevost, che prende il nome di Papa Leone XIV.
Nato il 14 settembre 1955 a Chicago da Louis Marius Prevost (di origini francesi e italiane) e Mildred Martínez (di origini spagnole), è un cardinale statunitense dell’Ordine di Sant’Agostino (OSA) con una vasta esperienza missionaria e amministrativa. Dopo gli studi secondari nel seminario minore agostiniano, si è laureato in Scienze Matematiche presso la Villanova University (1977) e ha conseguito un Master of Divinity alla Catholic Theological Union di Chicago. Successivamente, ha ottenuto una licenza e un dottorato in Diritto Canonico presso il Pontificio Ateneo San Tommaso d’Aquino (Angelicum) a Roma, con una tesi sul ruolo del priore locale nell’Ordine di Sant’Agostino.
Entrato nell’Ordine di Sant’Agostino nel 1977, ha emesso i voti solenni nel 1981 ed è stato ordinato sacerdote nel 1982 a Roma. La sua carriera è stata segnata da un lungo servizio missionario in Perù (1985-1986, 1988-1998), dove ha ricoperto ruoli come cancelliere della Prelatura di Chulucanas, direttore del seminario agostiniano di Trujillo, docente di Diritto Canonico, vicario giudiziale e parroco. Negli Stati Uniti, è stato eletto priore provinciale della Provincia di Chicago (1999) e successivamente priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino per due mandati (2001-2013).
Nel 2014, Papa Francesco lo ha nominato amministratore apostolico di Chiclayo (Perù), elevandolo a vescovo titolare di Sufar. Nel 2015 è diventato vescovo di Chiclayo, ruolo che ha ricoperto fino al 2023, contribuendo alla stabilità istituzionale durante le crisi politiche peruviane. Dal 2020 al 2021 è stato anche amministratore apostolico di Callao. Nel gennaio 2023, Francesco lo ha chiamato a Roma come prefetto del Dicastero per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, nominandolo cardinale diacono di Santa Monica nel settembre 2023 e cardinale vescovo di Albano nel febbraio 2025.
Come Papa Leone XIV, Prevost porterebbe un approccio pastorale radicato nella sua esperienza missionaria in America Latina e nella sua vicinanza alla visione di Papa Francesco, di cui è considerato un fedelissimo. La sua sensibilità per i poveri, i migranti e le comunità emarginate, maturata in Perù, si riflette nelle sue dichiarazioni, come quella del 2023: “Un vescovo non dovrebbe comportarsi come un piccolo principe nel suo regno”. Ha sostenuto riforme pastorali, come l’accesso alla Comunione per i divorziati risposati, e ha mostrato un cauto sostegno a Fiducia Supplicans, pur mantenendo posizioni più tradizionali su temi come l’ordinazione femminile, che ha definito potenzialmente problematica per la tradizione della Chiesa.
Politicamente, Prevost è percepito come un centrista con aperture progressiste su questioni sociali, come l’ecologia e l’attenzione ai poveri, ma con una certa fermezza dottrinale. La sua esperienza internazionale, la conoscenza di spagnolo, portoghese, italiano e francese, e il suo ruolo nel Dicastero per i Vescovi, dove ha influenzato la nomina di centinaia di vescovi, lo rendono una figura di sintesi tra la Chiesa istituzionale e quella missionaria, capace di mediare tra Nord e Sud globale.
Prevost è il primo Papa statunitense, un evento di portata geopolitica, soprattutto in un momento di declino percepito dell’egemonia americana e di tensioni tra la Santa Sede e l’amministrazione statunitense su temi come i migranti. La sua identità “atipica” come americano, forgiata da anni in America Latina, potrebbe attenuare le resistenze dei cardinali del Sud globale verso un candidato nordamericano, rendendolo un ponte tra le due Americhe. Il suo pontificato probabilmente continuerebbe l’agenda riformista di Francesco, con un’enfasi sulla sinodalità, l’unità della Chiesa e una “Chiesa in uscita” vicina ai poveri, pur navigando le divisioni interne tra progressisti e conservatori.
La giornata - Per oggi, i cardinali effettuano fino a quattro scrutini: due al mattino e due al pomeriggio. Ogni scrutinio prevede che ogni cardinale scriva il nome del suo candidato su una scheda, che viene poi depositata in un’urna. Per eleggere il Papa, servono almeno 89 voti, ovvero i due terzi dei 133 elettori presenti. Dopo ogni coppia di scrutini, le schede vengono bruciate in una stufa: se non c’è un Papa, il fumo è nero; se il Papa è eletto, il fumo è bianco, accompagnato dal suono delle campane di San Pietro.
La giornata è iniziata presto. Alle 7:45, i cardinali hanno lasciato la Domus Santa Marta, dove alloggiano, per raggiungere il Palazzo Apostolico. Alle 8:15 hanno celebrato la Messa nella Cappella Paolina. Alle 9:15 si sono riuniti nella Cappella Sistina per la preghiera di metà mattina, seguita dai primi due scrutini. Il fumo, atteso intorno alle 10:30 o alle 12:00, indicherà se un Papa è stato eletto o se il voto è stato inconcludente. Dopo la pausa pranzo, i cardinali tornano alle 15:45 per altri due scrutini, con il fumo previsto tra le 17:30 e le 19:00.
Ieri, il primo scrutinio si è concluso senza un accordo, come spesso accade all’inizio di un Conclave. La fumata nera è arrivata alle 21:00, dopo oltre tre ore di voto, davanti a circa 45.000 persone riunite in Piazza San Pietro. Oggi, con quattro scrutini, le possibilità di raggiungere una decisione aumentano, ma non è raro che il Conclave duri più giorni. Gli ultimi due Papi, Benedetto XVI e Francesco, sono stati eletti al secondo giorno, ma ogni Conclave è diverso.
Il fumo dal comignolo è l’unico segnale che comunica al mondo cosa accade nella Cappella Sistina, dove i cardinali sono isolati e non possono avere contatti con l’esterno. Il fumo nero significa che il voto continua, mentre il fumo bianco annuncia l’elezione del nuovo Papa, seguita dall’“Habemus Papam” pronunciato dal cardinale protodiacono dalla loggia di San Pietro. Non si sa quanto tempo ci vorrà per eleggere il 267° Papa. Se dopo tre giorni di voto non si raggiunge un accordo, è prevista una pausa di un giorno per preghiera e riflessione. I cardinali, guidati dal cardinale Pietro Parolin, proseguono il loro lavoro in un clima di preghiera e segretezza, mentre il mondo aspetta il prossimo leader della Chiesa cattolica. |