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Agire
Ecoreati, in Italia 6.979 illeciti dal 2015

Lo affermano Legambiente e Libera nel bilancio elaborato nel decimo anniversario della legge sugli ecoreati. La Campania è la prima regione per numero di reati, seguita da Sardegna e Puglia

In Italia, secondo il bilancio stilato da Legambiente e Libera, dal 2015 al 2024 sono stati accertati 6.979 reati ambientali, con una media di un illecito ogni tre controlli effettuati. I dati, pubblicati in occasione del decimo anniversario della legge sugli ecoreati (n. 68/2015), evidenziano l’importanza di una normativa che ha rivoluzionato il contrasto alle ecomafie, ma anche la necessità di non abbassare la guardia. 

La Campania guida la classifica delle regioni più colpite, seguita da Sardegna e Puglia, mentre il 40,5% dei reati si concentra in quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. La legge sugli ecoreati, approvata il 19 maggio 2015 dopo 21 anni di battaglie, ha introdotto nel Codice penale italiano i delitti ambientali, come inquinamento, disastro ambientale, traffico illecito di rifiuti e omessa bonifica. Prima del 2015, questi crimini erano spesso puniti solo con sanzioni amministrative, lasciando impuniti molti responsabili. Grazie alla riforma, sono stati effettuati 21.169 controlli, che hanno portato a 12.510 denunce, 556 arresti e sequestri di beni per oltre 1,15 miliardi di euro, secondo quanto riportato da Legambiente e Libera. 

Il delitto più frequente è l’inquinamento ambientale, con 1.426 casi accertati, seguito dal traffico illecito di rifiuti (964 reati). In totale, i sequestri legati a questi crimini hanno riguardato beni per 380 milioni di euro solo per l’inquinamento ambientale, mentre la Sicilia spicca per il valore economico dei sequestri, pari a 432,1 milioni di euro. A livello regionale, la Campania è in testa con 1.440 reati, seguita dalla Sardegna (726 illeciti, ma prima per numero di denunce con 1.627 persone) e dalla Puglia (540 reati, con 100 arresti, il numero più alto). La Lombardia registra 498 reati, mentre la Sicilia si distingue per i sequestri. Sorprende il sesto posto del Trentino-Alto Adige, con 374 reati, soprattutto legati al traffico illecito di rifiuti e violazioni del Testo unico ambientale. Questi numeri, elaborati con la collaborazione di forze dell’ordine e Capitanerie di porto, mostrano come le ecomafie siano un fenomeno trasversale, che intreccia criminalità organizzata, corruzione e danni irreversibili all’ambiente.

Legambiente e Libera definiscono la legge sugli ecoreati una “riforma di civiltà” che ha trasformato denunce in processi, portando a sentenze definitive, come quella per la gestione criminale della discarica Resit in provincia di Caserta. Tuttavia, le due associazioni chiedono ulteriori passi avanti, a partire dal recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente, per rafforzare gli strumenti di contrasto. La conferenza nazionale ControEcomafie, in programma il 16 e 17 maggio a Roma presso l’Università Roma Tre, sarà l’occasione per discutere questi temi. All’evento, organizzato con l’associazione Casa Comune, parteciperanno esperti come il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e la direttrice di Ispra Maria Siclari. I lavori si chiuderanno con un “Manifesto” di proposte per il governo e il Parlamento.
12-05-2025


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