Nuovo balzo dei prezzi medi dei carburanti
Immediate conseguenze sui mercati dalla guerra congiunta di Usa e Israele contro Teheran. Il costo del greggio risale anche per le minacce del Paese islamico di chiudere lo Stretto di Hormuz
La crisi tra Israele, Iran e Stati Uniti ha innescato un forte aumento dei prezzi dei carburanti in Italia, che hanno raggiunto i livelli più alti da aprile. Le tensioni hanno spinto il prezzo del Brent a 77,34 dollari al barile e il WTI a 74,10 dollari, con un rialzo del 23% per il WTI da inizio mese.
In Italia, la benzina self-service ha raggiunto 1,714 euro/litro (+7 millesimi) e il diesel 1,614 euro/litro (+8 millesimi), secondo Staffetta Quotidiana. Compagnie come Q8 ed Eni hanno aumentato i prezzi di 1-2 centesimi, mentre Tamoil ha ritoccato il gasolio di un centesimo. Il Codacons ha denunciato speculazioni, notando che i carburanti venduti oggi sono stati acquistati a prezzi più bassi. Gli analisti temono ulteriori rialzi se il conflitto si intensificasse, soprattutto in caso di chiusura dello Stretto di Hormuz, che transita il 20% del greggio mondiale. Per ora, scorte strategiche e tagli alle accise contengono gli aumenti, ma il rischio di un’impennata simile a quella post-invasione dell’Ucraina (+16,9% benzina, +23,8% diesel) resta alto. |