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Salari in calo in Italia del 7,1% rispetto al 2021

Lo si legge nel rapporto Employment Outlook 2025 dell’OCSE. Si tratta del decremento più significativo tra i Paesi membri dell’organizzazione. Brunetta (CNEL): aumentare risorse alla formazione

Secondo il rapporto Employment Outlook 2025 dell’OCSE, l’Italia ha registrato un calo dei salari reali del 7,1% dall’inizio del 2021 all’inizio del 2025, il decremento più significativo tra i Paesi membri dell’organizzazione. Questo dato, lievemente inferiore al -7,5% riportato da alcune fonti, conferma comunque una perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione, che non è stata compensata dagli aumenti salariali derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi. L’OCSE evidenzia che, nonostante un aumento nominale dei salari del 2,6% previsto per il 2025 e del 2,2% per il 2026, la crescita reale resterà modesta, anche se l’inflazione (stimata al 2,2% nel 2025 e 1,8% nel 2026) dovrebbe favorire un lieve recupero.

Il presidente del CNEL, Renato Brunetta, ha commentato che il calo dei salari è legato alla bassa crescita della produttività, un problema strutturale in Italia dagli anni Novanta. Brunetta propone di investire maggiormente nella formazione, con particolare attenzione alla riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), alle politiche attive per i disoccupati e alla formazione continua sul posto di lavoro, per migliorare le competenze e stimolare la crescita economica sostenibile.

Nonostante il record occupazionale e il calo della disoccupazione al 6,5% a maggio 2025 (0,1 punti percentuali in meno rispetto a maggio 2024), il tasso di occupazione italiano (62,9% nel primo trimestre 2025) rimane inferiore alla media OCSE (70,4%). Inoltre, circa un lavoratore su tre nel settore privato è coperto da contratti collettivi scaduti, rallentando ulteriormente il recupero salariale.
09-07-2025

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