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Addio a Claudia Cardinale, aveva 87 anni

Il cinema italiano in lutto per la scomparsa di una delle sue ultime regine, protagonista per sessant’anni di film memorabili diretta da Fellini, Visconti, Leone, Monicelli

Il cinema italiano piange la scomparsa di Claudia Cardinale, icona del grande schermo svanita a 87 anni a Nemours, nei dintorni di Parigi, circondata dall'affetto della famiglia. L'annuncio è arrivato dal suo agente, Laurent Savry, all'agenzia France Presse, che ha descritto l'attrice come una "donna libera e ispirata, sia come donna che come artista". 

Le cause del decesso non sono state rese note, ma la Cardinale, nata il 15 aprile 1938 a Tunisi da genitori siciliani, ha chiuso un capitolo luminoso di una carriera che ha attraversato sei decenni di storia del cinema. Nata nel quartiere popolare de La Goulette, la Cardinale crebbe in un ambiente modesto, figlia di un tranviere ferroviario e di una casalinga. A sedici anni, il destino la scelse per caso: vinse un concorso di bellezza bandito dalle forze armate francesi in Tunisia, "La più bella italiana di Tunisi", che le aprì le porte del mondo dello spettacolo. Inizialmente riluttante – "Volevo fare l'insegnante", confessò anni dopo in un'intervista al Festival di Berlino del 2002 –, accettò dopo mesi di insistenze e debuttò sul grande schermo nel 1956 con un piccolo ruolo in "Goha", accanto a Omar Sharif. Da lì, il suo cammino fu inarrestabile: oltre 150 film all'attivo, un mix irresistibile di sensualità mediterranea e innocenza conturbante che la rese la "fidanzata d'Italia" e una delle ultime grandi dive del cinema post-bellico, in compagnia di Sophia Loren e Gina Lollobrigida.

Il decennio d'oro fu quello dei Sessanta, quando i maestri italiani la consacrarono musa indiscussa. Federico Fellini la volle ne "8½" (1963), l'opera vincitrice dell'Oscar che esplorava i meandri della creatività tormentata, dove la Cardinale incarnò con grazia eterea la figura della moglie ideale in un turbine di sogni e incubi. Luchino Visconti, che l'aveva già notata in "Rocco e i suoi fratelli" (1960) per il ruolo della moglie del fratello maggiore, le affidò poi Angelica ne "Il gattopardo" (1963), accanto ad Alain Delon e Burt Lancaster: la sua effervescenza sensuale rubò la scena nel ballo finale, simboleggiando il passaggio tra l'aristocrazia decadente e la borghesia rampante. Sergio Leone la lanciò nel mito del western all'italiana con "C'era una volta il West" (1968), dove interpretò Jill McBain, la vedova determinata che difende la sua terra contro la violenza del Far West, in un cast stellare con Henry Fonda e Charles Bronson. Mario Monicelli, pilastro della commedia all'italiana, la diresse in "I soliti ignoti" (1958), dove esordì come la fidanzata di un ladro goffo, contribuendo al tono ironico e malinconico che rese il film un classico intramontabile.

Non solo Italia: la Cardinale varcò l'oceano per Hollywood, recitando ne "La pantera rosa" (1963) di Blake Edwards accanto a David Niven e Peter Sellers, in un ruolo che le valse il complimento immortale di Niven: "Claudia, insieme agli spaghetti, sei la più grande invenzione dell'Italia". Tornò nella franchise nel 1993 con "Il figlio della Pantera Rosa", dopo la morte di Sellers. Altre prove memorabili includono "I professionisti" (1966) di Richard Brooks, con Burt Lancaster e Lee Marvin, e "Cartouche" (1962) con Jean-Paul Belmondo, avventura d'oltralpe che ne esaltò il fascino da femme fatale.

La vita privata fu altrettanto intensa e travagliata. Scoperta dal produttore Franco Cristaldi, che ne gestì la carriera e con cui ebbe una relazione lunga e controversa, la Cardinale divenne madre a diciotto anni di un figlio, Patrick, nato da una violenza subita in gioventù – un trauma che rivelò pubblicamente solo decenni dopo, in un gesto di coraggio che ispirò molte donne. Negli anni Settanta, ruppe con Cristaldi per legarsi al regista Pasquale Squitieri, con cui condivise quarant'anni di vita e una figlia, Claudia, nata nel 1979, e recitò in una dozzina dei suoi film fino alla morte di lui nel 2017. "Lui è stato il mio unico amore", disse una volta, sottolineando un legame che la tenne lontana dai riflettori hollywoodiani ma radicata nel cinema d'autore italiano.

Negli ultimi anni, la Cardinale si dedicò a teatro, documentari e cause umanitarie, come l'Unicef e la lotta contro la violenza sulle donne. Ricevette premi a profusione: il Leone alla carriera a Venezia nel 2016, la Palma d'oro d'onore a Cannes nel 2021. La sua eredità è quella di una donna che ha incarnato la libertà: "Il cinema è stato un incidente", ripeteva.
24-09-2025


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