Flotilla rifiuta mediazione proposta da Italia
"Continuiamo a chiedere al Governo una risposta netta, severa e seria, in linea con il diritto internazionale". Crosetto in aula: "Qualsiasi azione di protesta civile va tutelata". Ma sottolinea: "In acque israeliane non garantiamo sicurezza". Inviata una seconda nave
In mattinata, informativa urgente alla Camera dei deputati del ministro della Difesa Guido Crosetto sugli attacchi subiti dalla Global Sumud Flotilla, la spedizione umanitaria internazionale diretta a Gaza per rompere il blocco navale israeliano e consegnare aiuti alla popolazione della Striscia. L'intervento, richiesto dalle opposizioni dopo l'ennesimo episodio di aggressione verificatosi nella notte tra il 23 e il 24 settembre in acque internazionali al largo di Creta, ha confermato la ferma condanna del governo italiano per azioni che mettono a rischio vite civili.
Crosetto ha descritto l'incidente come "inaccettabile", sottolineando che una decina di imbarcazioni della flotta – composta da oltre 50 navi con attivisti, parlamentari ed eurodeputati da 44 paesi, tra cui diversi italiani – sono state bersaglio di droni non identificati, bombe sonore, spray urticanti e sostanze non precisate. Non si registrano feriti, ma i danni alle strutture di bordo sono stati significativi, con esplosioni che hanno provocato incendi e interferenze nelle comunicazioni radio, disturbate da emissioni sonore come musica pop. La flotta, partita a inizio settembre da porti come Barcellona, Genova e Tunisi con tonnellate di cibo, medicinali e materiali di prima necessità, aveva già subito due sospetti attacchi con droni al largo della Tunisia nei giorni precedenti.
"In democrazia, qualsiasi azione di protesta civile va tutelata", ha dichiarato Crosetto, ribadendo il principio del rispetto del diritto internazionale e della non violenza. Il ministro ha annunciato che, per garantire assistenza ai connazionali a bordo, la Marina Militare ha dirottato la fregata multiruolo Virginio Fasan, già in navigazione nell'area nell'ambito dell'operazione "Mediterraneo Sicuro", e ne ha inviata una seconda, l'Alpino, dotata di capacità aggiuntive per eventuali soccorsi. La decisione è stata presa nella notte tra il 23 e il 24, dopo consultazioni con il capo di Stato Maggiore della Difesa e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e con l'avviso preventivo alle autorità israeliane tramite l'ambasciata a Tel Aviv.
Tuttavia, Crosetto ha precisato i limiti dell'impegno italiano: "In acque israeliane non garantiamo sicurezza". L'avvertimento riflette il contesto di tensione, con Israele che ha respinto la proposta di attracco ad Ashkelon per lo scarico degli aiuti, ribadendo che non tollererà violazioni del blocco navale su Gaza, zona da esso definita "di combattimento". Il ministro ha invitato la flotta ad accettare una mediazione in corso, coordinata dal titolare della Farnesina Antonio Tajani, che prevede il trasferimento del carico via Cipro al Patriarcato Latino di Gerusalemme, per poi procedere attraverso corridoi umanitari aperti dalle Misericordie italiane fino alla Striscia.
Più tardi la Global Sumud Flotilla fa sapere di respingere la proposta di mediazione avanzata dalle autorità italiane, ribadendo la propria determinazione a forzare il blocco navale israeliano per consegnare direttamente gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. La decisione è stata comunicata oggi dalla delegazione italiana del Global Movement to Gaza, a nome del comitato direttivo della missione, che ha definito "inaccettabile" l'ipotesi di deviare il carico verso Cipro per un successivo trasferimento attraverso il Patriarcato latino di Gerusalemme. "La nostra missione rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l'assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica", si legge in una nota diffusa dagli attivisti. Il rifiuto arriva a poche ore dall'informativa urgente al Senato del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha condannato recenti attacchi alle imbarcazioni della flottiglia ma ha ammonito: "In acque israeliane non potremo garantire la sicurezza". Crosetto ha precisato che l'iniziativa non è volta a "sminare politicamente" la spedizione, ma a tutelare i cittadini italiani a bordo, e ha auspicato l'accettazione della soluzione alternativa per evitare contrasti violenti.
La proposta italiana, discussa anche con il governo di Cipro e il Patriarcato latino, prevedeva lo sbarco degli aiuti a Cipro, da dove sarebbero stati trasferiti via terra a Gaza con il supporto di organizzazioni umanitarie e della Chiesa cattolica. Un meccanismo simile era stato suggerito da Israele, che aveva offerto l'attracco al porto di Ashkelon per scaricare il carico, garantendone la consegna alla Striscia. Entrambe le opzioni sono state rigettate dagli organizzatori, che accusano Tel Aviv di "tattiche psicologiche" per prolungare "gli orrori della fame e del genocidio". L'ambasciata israeliana a Roma ha replicato con durezza: "Israele non consentirà alle imbarcazioni di entrare in una zona di combattimento attiva e non permetterà alcuna violazione del legittimo blocco navale". La nota ufficiale definisce la flottiglia "una provocazione al servizio di Hamas, non un'operazione umanitaria", citando il rifiuto della proposta di Ashkelon come prova che l'obiettivo non è la distribuzione degli aiuti, ma lo scontro diretto. La viceministra degli Esteri israeliana Sharren Haskel ha aggiunto che "la spedizione è finanziata e organizzata da persone affiliate a Hamas", rigettando ogni compromesso. |