Istat: sempre più italiani in ristrettezze economiche
Quasi una famiglia italiana su tre limita la spesa alimentare. Divario Nord-Sud: in Puglia la spesa media mensile è quasi la metà di quella del Trentino-Alto Adige
Nel 2024 la spesa media mensile delle famiglie italiane si attesta a 2.755 euro, in leggero aumento rispetto ai 2.738 euro dell'anno precedente. Lo scrive l'Istat, spiegando che l'incremento dello 0,6% conferma una sostanziale stabilità dei consumi, che per il secondo anno consecutivo si mantengono significativamente al di sopra dei livelli pre-pandemici. Nel 2019 la spesa si fermava a 2.561 euro: in cinque anni l'aumento è stato del 7,6%, a fronte di un'inflazione del 18,5% misurata dall'indice armonizzato dei prezzi al consumo.
Il valore mediano della spesa risulta pari a 2.240 euro, inferiore alla media in quanto la distribuzione dei consumi si concentra maggiormente sui livelli medio-bassi. Questo significa che la maggioranza delle famiglie italiane spende meno del valore medio rilevato.
Sul fronte alimentare, la spesa per prodotti alimentari e bevande analcoliche resta stabile nonostante l'inflazione del 2,5% registrata nel settore. Invariata anche la percentuale di famiglie che dichiara di aver limitato quantità o qualità degli acquisti alimentari, attestata al 31,1%. Crescono invece significativamente le spese per oli e grassi, che raggiungono i 18 euro mensili con un balzo dell'11,7%, e quelle per la frutta, salite a 45 euro al mese.
La componente non alimentare assorbe l'80,7% della spesa totale con una media di 2.222 euro mensili. Tra le variazioni più rilevanti spicca l'aumento del 4,1% della spesa per servizi di ristorazione e alloggio, che raggiunge i 162 euro mensili proseguendo il recupero post-pandemia, sebbene con ritmi più contenuti rispetto al 2023. In controtendenza la spesa per informazione e comunicazione, che scende del 2,3%.
Le differenze territoriali restano marcate. Il Nord-est guida la classifica con 3.032 euro mensili, seguito dal Centro con 2.999 euro e dal Nord-ovest con 2.973 euro. Al Sud la spesa media scende a 2.199 euro, mentre nelle Isole si attesta a 2.321 euro. Il divario tra Nord-est e Sud raggiunge il 37,9%, con le famiglie settentrionali che spendono 834 euro in più al mese. Questo gap torna ai livelli del 2019 dopo una temporanea riduzione nel 2023.
Le differenze geografiche si riflettono anche nella composizione della spesa. Nel Mezzogiorno il peso dei beni alimentari è molto più elevato: al Sud la quota destinata a prodotti alimentari e bevande analcoliche raggiunge il 25,4% della spesa totale, contro il 17,4% del Nord-est. Al contrario, nelle regioni settentrionali sono più consistenti le quote destinate a ristorazione, trasporti e attività ricreative.
A livello regionale, il Trentino-Alto Adige si conferma in testa con 3.584 euro mensili, seguito dalla Lombardia con 3.162 euro. All'estremo opposto si collocano Puglia e Calabria, rispettivamente con 2.000 e 2.075 euro. In Calabria oltre un quarto della spesa è destinato all'alimentare, mentre in Trentino-Alto Adige il 42% va ai costi abitativi, principalmente per gli affitti figurativi concentrati nella Provincia di Bolzano.
Anche la dimensione dei centri urbani incide sui livelli di consumo. Le famiglie residenti nei comuni centro di area metropolitana spendono in media 2.999 euro mensili, seguite da quelle delle aree periferiche metropolitane e dei comuni sopra i 50mila abitanti con 2.822 euro. Nei comuni più piccoli la spesa si ferma a 2.638 euro, circa il 12% in meno rispetto alle aree metropolitane.
Infine, persiste il divario tra famiglie italiane e quelle con componenti stranieri: le prime spendono il 31,8% in più, confermando un differenziale che riflette diverse condizioni economiche e modelli di consumo. |