L'addio a Pamela Genini, uccisa a 29 anni
"Uomini capaci solo di possedere, lei raggio di sole nei cuori. Sfigurata da egoismo e prepotenza". Così il parroco alle esequie della ragazza massacrata dall'ex fidanzato a Milano
Si sono svolti questa mattina nella chiesa di San Martino a Strozza, nel cuore della Val Imagna bergamasca, i funerali di Pamela Genini, la giovane di 29 anni uccisa a coltellate dal compagno Gianluca Soncin nel suo appartamento milanese di via Iglesias, nel quartiere Gorla. La ragazza, originaria proprio di questo piccolo paese in provincia di Bergamo, era tornata per l'ultima volta nella terra che l'aveva vista crescere, tra le braccia di familiari e amici che, commossi, hanno riempito la navata.
Pamela era nata e cresciuta a Strozza, da dove era partita anni fa per inseguire sogni più grandi: un passato da modella televisiva, dopo la partecipazione al reality "L'isola di Adamo ed Eva", e un presente da imprenditrice, con un marchio di costumi da bagno avviato insieme alla sua migliore amica. Viveva a Milano da poco, trasferitasi dopo un periodo a Cervia con Soncin, un uomo di 52 anni originario di Biella, con cui aveva intrecciato una relazione da circa un anno. Ma quella relazione, segnata da episodi di violenza e controllo, era giunta al capolinea: Pamela aveva deciso di lasciarlo, confidando a chi le era vicino il peso di quelle minacce che le toglievano il respiro.
Don Giovanni Rossi, con voce ferma e pacata, ha tracciato il ritratto di una vita spezzata troppo presto: "Uomini capaci solo di possedere, lei raggio di sole nei cuori. Sfigurata da egoismo e prepotenza". Parole che hanno echeggiato come un monito, mentre la bara bianca, coperta di rose bianche, veniva portata a spalla fuori dalla chiesa verso il cimitero di famiglia. Tra i banchi, la madre di Pamela, visibilmente provata, stringeva la mano alla figlia minore, incinta, che l'aggressore aveva minacciato nei messaggi intercettati. Presenti anche Dolci, l'amica Alissa – che aveva conosciuto Soncin in una cena organizzata proprio per presentarlo – e decine di compaesani, molti dei quali non avevano mai sospettato la violenza nascosta dietro il sorriso di Pamela, apparsa serena fino all'ultimo incontro familiare, lunedì 13 ottobre.
L'omicidio è avvenuto nella sera del 14 ottobre. Erano da poco passate le nove quando Soncin, che si era fatto fare una copia delle chiavi di casa, ha fatto irruzione nell'appartamento. Pamela era al telefono con Francesco Dolci, un ex fidanzato diventato amico, a cui ha sussurrato parole di terrore prima che la linea cadesse. Un messaggio disperato è seguito: "Chiama la polizia". Dolci ha allertato il 112, e gli agenti sono intervenuti tempestivamente, sfondando la porta dopo aver udito le urla dal balcone. Ma era già troppo tardi: la giovane è stata trovata esanime sul pavimento, colpita da oltre 30 coltellate, di cui almeno tre letali al torace. Soncin, arrestato sul posto, è ora in carcere con l'accusa di omicidio aggravato, in attesa di giudizio. L'autopsia ha confermato che Pamela ha sofferto a lungo, consapevole della fine imminente.
Le indagini, condotte dalla pm Alessia Menegazzo e dall'aggiunta Letizia Mannella, stanno ricostruendo un quadro di abusi protratti nel tempo. Un anno fa, a settembre 2024, dopo una lite a Cervia, Pamela si era presentata al pronto soccorso di Seriate con segni di percosse sul corpo, confessando ai medici la paura che Soncin potesse ucciderla. I carabinieri furono allertati, ma non scattò il codice rosso né una denuncia formale. Amiche e familiari ricordano episodi di gelosia ossessiva: divieti di vedere amici, controllo sui conti e sugli spostamenti, una pistola puntata al ventre, un tentativo di accoltellamento, un dito rotto in una lite. L'ex moglie di Soncin, sentita dagli inquirenti, ha confermato un passato di maltrattamenti, culminato in una denuncia nel 2010, oltre a un precedente per truffa.
Il feretro è stato tumulato nel piccolo camposanto locale, dove Pamela riposerà accanto ai nonni. Fuori dalla chiesa, un lenzuolo bianco con la scritta "Pamela, non ti dimenticheremo" sventolava piano nel vento autunnale. La Val Imagna, con le sue montagne avvolte dalla nebbia, sembra aver perso un po' della sua luce. Ma il ricordo di quella giovane solare, che inseguiva il sole nei suoi costumi da bagno e nei suoi sogni, resterà a illuminare chi l'ha amata. |