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"Veto di Tel Aviv sui membri della forza di sicurezza a Gaza"

Lo annuncia il presidente Netanyahu. Hamas: "Pronti a consegnare le armi se finirà l'occupazione". Unwra: "Israele continua a bloccare il nostro ingresso a Gaza"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che Israele eserciterà un diritto di veto sulla composizione della forza internazionale di sicurezza destinata a operare a Gaza dopo la guerra. Parlando a un incontro di ministri del governo, Netanyahu ha sottolineato che "Israele è uno Stato sovrano e deciderà autonomamente quali forze sono inaccettabili per noi", riferendosi in particolare all'opposizione a un eventuale coinvolgimento della Turchia, rivale regionale. L'annuncio arriva in un contesto di discussioni a Washington sul futuro della Striscia, dopo il fragile cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti tra Israele e Hamas, entrato in vigore il 10 ottobre.

Netanyahu ha ribadito che il paese agirà indipendentemente per la propria sicurezza, senza bisogno di approvazioni esterne, e ha ordinato all'esercito di colpire con forza obiettivi "terroristici" a Gaza, accusando Hamas di violazioni dell'accordo. La forza di sicurezza, prevista nell'intesa, dovrebbe includere principalmente nazioni arabe e musulmane per stabilizzare il territorio devastato da due anni di conflitto.

In risposta, un alto funzionario di Hamas, Khalil al-Hayya, ha dichiarato in un'intervista ad Al Jazeera che il gruppo è pronto a consegnare le armi "se l'occupazione israeliana terminerà". Al-Hayya ha precisato che le armi di Hamas sono "legate alla presenza dell'occupazione e all'aggressione", e verrebbero trasferite a uno Stato palestinese sovrano una volta raggiunta l'indipendenza. Ha aggiunto che il movimento non ha obiezioni a cedere l'amministrazione civile di Gaza a un comitato tecnico palestinese, in vista di elezioni nazionali per unificare le fazioni. La posizione di Hamas emerge come ostacolo nelle trattative per la seconda fase del cessate il fuoco, dove gli Stati Uniti insistono sul disarmo del gruppo come condizione per la ricostruzione.

Parallelamente, l'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha denunciato che Israele continua a bloccare l'ingresso di forniture essenziali nella Striscia. Materiali per ripari e riscaldamento, stoccati nei magazzini dell'agenzia in Giordania ed Egitto, non possono entrare nonostante l'approssimarsi dell'inverno, ha avvertito Unrwa in una nota. L'agenzia ha sottolineato che Gaza necessita di 6.000 camion di aiuti al giorno, contro i 600 attualmente autorizzati, e ha invocato il rispetto della recente sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, che obbliga Israele a facilitare l'accesso umanitario.
27-10-2025


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