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La Procura Generale rinuncia all’appello contro Turetta
Lo fanno sapere i legali della famiglia di Giulia Cecchettin. Il 14 novembre prossimo era prevista la prima udienza di secondo grado, ma ora la vicenda processuale è chiusa
La Procura Generale presso la Corte d'Appello di Venezia ha comunicato la rinuncia all'impugnazione della sentenza di primo grado che ha condannato Filippo Turetta all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin. La decisione è stata notificata agli avvocati della famiglia della vittima, Nicodemo Gentile, Piero Coluccio e Stefano Tigani.
Tale scelta rende definitiva la condanna emessa il 3 dicembre 2024 dalla Corte d'Assise di Venezia, che ha riconosciuto Turetta responsabile di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto affettivo con la vittima, oltre che di sequestro di persona e occultamento di cadavere. L'udienza di secondo grado, in programma per il 14 novembre, non si terrà più.
La rinuncia della Procura segue quella annunciata dallo stesso Turetta il 14 ottobre, quando il giovane ha scritto una lettera agli uffici giudiziari esprimendo pentimento e accettando la pena senza invocare attenuanti. Inizialmente, la Procura aveva deciso di procedere con l'appello per ottenere il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e stalking, escluse in primo grado nonostante le 75 coltellate inferte alla vittima l'11 novembre 2023 a Fossò, nel Veneziano.
Gli avvocati della famiglia Cecchettin hanno definito la mossa della Procura "coerente, giusta e pienamente condivisibile", sottolineando come essa chiuda un capitolo processuale segnato da gravi responsabilità. Hanno poi auspicato che il caso contribuisca a una maggiore consapevolezza sulla violenza di genere, favorendo prevenzione e contrasto alle sue cause profonde. |
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06-11-2025
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