Alimentari cresciuti del 25% in cinque anni
Lo scrive l'Istat. Pesa lo shock energetico. A settembre la produzione industriale su del 2,8% rispetto ad agosto (-0,5% nel terzo trimestre rispetto al secondo)
L'economia globale registra un moderato rallentamento, con il commercio internazionale volatile per l'instabilità delle politiche commerciali. Nel terzo trimestre il Pil ha accelerato modestamente in Cina e nell'area euro. Negli Stati Uniti le attese di moderazione nella crescita economica e nell'inflazione hanno portato al taglio dei tassi a ottobre.
In Italia, scrive l'Istat, il Pil è rimasto stazionario nel terzo trimestre rispetto al periodo precedente, in linea con la Germania ma inferiore alla media dell'area euro, alla Francia e alla Spagna. Le esportazioni estive hanno mostrato una dinamica positiva complessiva (+1,2% a giugno-agosto sui tre mesi precedenti), nonostante la contrazione di agosto, mentre le importazioni sono calate lievemente (-0,3%).
A settembre l'occupazione è aumentata, con crescita limitata alle donne e a tutte le classi d'età eccetto i 35-49enni. Gli occupati sono saliti tra i dipendenti permanenti, diminuiti tra quelli a termine e stabili tra gli autonomi.
A ottobre l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) è salito del 1,3% su base tendenziale, sotto la media dell'area euro (2,1%) e in rallentamento rispetto ai mesi precedenti. Da ottobre 2021 a ottobre 2025 i prezzi dei beni alimentari sono cresciuti del 24,9%, 8 punti percentuali in più dell'indice generale dei prezzi al consumo (+17,3%). La forte crescita nel 2022-2023 è derivata dallo shock energetico, che ha impattato direttamente e indirettamente il settore degli alimentari non lavorati, anche attraverso i fertilizzanti. Negli ultimi due anni la dinamica è stata più contenuta, in parte per il recupero dei margini delle imprese agricole.
A settembre l'indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato del 2,8% su agosto, compensando la flessione precedente (-2,7%). Nella media del terzo trimestre l'indice è calato dello 0,5% sui tre mesi precedenti. Gli incrementi congiunturali hanno riguardato tutti i raggruppamenti: energia (+5,4%), beni strumentali (+1,4%), beni intermedi (+1,3%) e beni di consumo (+1,0%).
Al netto degli effetti di calendario, a settembre l'indice è cresciuto dell'1,5% tendenziale (22 giorni lavorativi contro 21 del settembre 2024). La crescita ha coinvolto tutti i comparti: beni di consumo (+2,3%), beni intermedi (+1,3%), beni strumentali (+0,9%) ed energia (+0,6%). I settori con i maggiori incrementi tendenziali sono stati computer ed elettronica (+12,3%), alimentari, bevande e tabacco (+9,2%) e farmaceutici (+3,8%). Le flessioni più ampie hanno riguardato tessile, abbigliamento, pelli e accessori (-4,4%), legno, carta e stampa (-4,1%) e chimici (-4,0%).
A settembre l'indice destagionalizzato della produzione industriale ha recuperato la caduta di agosto, con andamento positivo in tutti i comparti principali. Nella media del terzo trimestre l'andamento congiunturale è però negativo. In termini tendenziali, corretto per calendario, si registra un aumento esteso a tutti i raggruppamenti principali. |