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Milano: chiesa di San Marco gremita per i funerali di Ornella Vanoni
Fresu ha suonato "L'appuntamento", la nipote Camilla ha intonato "Senza fine". Omelia di padre Garbini: "Entrata nel cuore di tutti". Lutto cittadino in città
La chiesa di San Marco a Milano è stata gremita questa mattina per i funerali di Ornella Vanoni, scomparsa venerdì all'età di 91 anni per un arresto cardiaco nella sua abitazione milanese. Familiari, amici, ammiratori e numerose personalità del mondo della cultura, della musica e della politica si sono riuniti per rendere omaggio alla voce che ha segnato la storia della musica italiana.
Il feretro, di legno chiaro e adornato con una composizione di fiori gialli – il colore preferito dall'artista – e una singola rosa bianca ai piedi, è stato accolto da un lungo applauso all'ingresso in chiesa. Tra i presenti, il sindaco Giuseppe Sala, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il sottosegretario Gianmarco Mazzi, il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, la produttrice discografica Mara Maionchi, i conduttori Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, le cantanti Iva Zanicchi, Dori Ghezzi, Gianna Nannini e Fiorella Mannoia, i cantanti Ron, Roberto Vecchioni, Mahmood, Emma Marrone, Arisa, Paolo Jannacci e Francesco Gabbani, le attrici Ambra Angiolini e Lella Costa, la conduttrice Simona Ventura, la senatrice a vita Liliana Segre e l'ex sindaca Letizia Moratti. Gino Paoli, storico collaboratore e compagno sentimentale di Vanoni, ha inviato un cuscino di rose gialle e una composizione floreale dalla sua famiglia. Adriano Celentano ha reso omaggio con un messaggio pubblico, definendola "libera, simpatica, intelligente, colta, bella".
Durante la cerimonia, presieduta da don Luigi Garbini, il trombettista Paolo Fresu ha eseguito "L'appuntamento", avvicinandosi lentamente alla bara e posando una mano in un gesto di commiato, come richiesto dalla stessa Vanoni in passato. La nipote Camilla Ardenzi ha intonato "Senza fine", accompagnata da un coro di emozioni tra i presenti, mentre il nipote Matteo ha condiviso un discorso commemorativo. Nell'omelia, don Garbini ha ricordato Vanoni come una figura entrata nel cuore di tutti, esordendo con "Ti benediciamo Signore perché ci hai dato Ornella". Ha citato un verso della cantante: "La mia fede è troppo scossa ormai ma prego", e ha sottolineato che "il primo tratto umano di Ornella è la sua voce", definendola "posseduta dalla musica". Ha parlato della sua fragilità, notando che "è andata più volte in pezzi nella sua vita" a causa della depressione, ma che "la fragilità è garanzia di creazione", e ha evidenziato come fosse impossibile scindere la sua storia personale da quella culturale del Paese.
La città ha proclamato il lutto cittadino, con bandiere a mezz'asta sugli edifici pubblici e un minuto di silenzio osservato in diversi luoghi. Le esequie si sono concluse con le note di "Ma mi", canzone in dialetto milanese scritta da Giorgio Strehler e interpretata da Vanoni, mentre il feretro usciva tra gli applausi. Il feretro è stato poi trasferito per la cremazione e la sepoltura privata, come desiderato dall'artista. |
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24-11-2025
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