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Sospetta frode, coinvolti Mogherini e Sannino
L'ex Alta rappresentante dell'Ue e l'ambasciatore ex direttore generale del Seae sono stati fermati dalla polizia belga e dalla Eppo, la Procura europea. Coinvolto un terzo italiano. Mosca attacca
La procura europea ha condotto perquisizioni negli uffici del Servizio europeo per l'azione esterna (Seae) a Bruxelles e al Collegio d'Europa a Bruges, nell'ambito di un'inchiesta su presunti irregolari nell'assegnazione di fondi comunitari per la formazione di giovani diplomatici. Tre persone sono state fermate nell'operazione, coordinata con l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) e supportata dalla polizia federale belga.
Tra i fermati figura Federica Mogherini, ex ministra degli Esteri italiana e Alta rappresentante Ue per la politica estera dal 2014 al 2019, attualmente rettrice del Collegio d'Europa. Coinvolto anche Stefano Sannino, diplomatico italiano che ha ricoperto il ruolo di segretario generale del Seae fino al 2025 e oggi dirige la DG per il Medio Oriente e il Nord Africa alla Commissione europea. La terza persona fermata è un alto funzionario amministrativo del Collegio, anch'egli italiano.
L'indagine, avviata dalla procura federale delle Fiandre occidentali e passata alla competenza dell'European Public Prosecutor's Office (Eppo), si concentra sul periodo 2021-2022 e riguarda in particolare l'appalto per l'Accademia diplomatica europea, un programma di nove mesi per la formazione di diplomatici dei paesi membri. Il contratto, del valore non specificato, è stato assegnato al Collegio d'Europa dopo una gara d'appalto indetta dal Seae. Gli inquirenti sospettano violazioni dell'articolo 169 del regolamento finanziario Ue, che tutela la concorrenza leale, inclusa la possibile condivisione anticipata di informazioni riservate sui criteri di selezione con uno dei partecipanti alla procedura.
Per procedere con le misure cautelari nei confronti di Sannino, la procura ha ottenuto dalla Commissione europea la revoca della sua immunità diplomatica. Le perquisizioni hanno riguardato anche le abitazioni private dei sospettati. L'inchiesta ipotizza reati di frode nei confronti dell'Ue, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale. Un portavoce del Seae ha confermato che le attività contestate risalgono a mandati precedenti all'arrivo dell'attuale Alta rappresentante Kaja Kallas, insediatasi alla fine del 2024.
La notizia ha suscitato reazioni immediate da parte di Mosca. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha commentato l'episodio all'agenzia Tass, affermando che l'Ue "preferisce ignorare i propri problemi di corruzione, ma continua a fare la predica agli altri". Zakharova ha aggiunto che, a suo avviso, ingenti risorse sarebbero state trasferite a Kiev attraverso canali non trasparenti, un fenomeno che durerebbe da anni. |
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02-12-2025
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