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Donbass e truppe Nato, Mosca non cede

I negoziati mediati dagli Usa procedono con incontri tra delegazioni ucraine, americane ed europee, ma le divergenze su questioni territoriali restano significative. Il Cremlino smentisce contatto Trump-Putin

Mosca mantiene una posizione rigida sulle regioni del Donbass, Crimea e sulle aree che definisce Novorossiya, escludendo qualsiasi concessione territoriale in eventuali negoziati per porre fine al conflitto in Ucraina. Il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, in un'intervista ad ABC News, ha ribadito che Mosca non è disposta a compromessi su questi territori, considerati parte integrante della Federazione Russa ai sensi della Costituzione, e che la Russia libererà il Donbass completo con mezzi militari o diplomatici. Ryabkov ha inoltre escluso categoricamente qualsiasi forma di presenza di truppe NATO o occidentali sul territorio ucraino, anche in configurazioni di peacekeeping o garanzie di sicurezza, dichiarando che Mosca non accetterebbe mai tale opzione. 

Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha confermato questa linea, minacciando di considerare eventuali peacekeeper occidentali obiettivi militari legittimi. Il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitry Peskov, ha smentito recenti affermazioni del presidente statunitense Donald Trump su contatti telefonici diretti con Vladimir Putin, precisando che l'ultima conversazione nota risale al 16 ottobre 2025 e definendo le notizie contrarie "pura finzione". Nel frattempo, i negoziati mediati dagli Stati Uniti procedono con incontri tra delegazioni ucraine, americane ed europee, ma le divergenze su questioni territoriali e garanzie di sicurezza restano significative, con fonti occidentali come l'Institute for the Study of War che evidenziano il rifiuto russo di punti chiave di proposte di pace americane.

Sul fronte dell'integrazione europea dell'Ucraina, il processo di adesione all'Unione Europea incontra ostacoli legati alla posizione ungherese. Il primo ministro Viktor Orban continua a opporsi all'avanzamento formale delle negoziazioni, bloccando l'apertura ufficiale dei cluster negoziali con il suo veto, motivato tra l'altro dal fatto che l'Ucraina è in stato di guerra. Tuttavia, in un incontro informale a Leopoli di qualche giorno fa, l'UE e l'Ucraina hanno concordato un piano d'azione in 10 punti per procedere a livello tecnico e preparatorio, bypassando temporaneamente il veto di Budapest: la Commissione Europea valuterà le riforme ucraine in aree come anticorruzione, indipendenza giudiziaria e allineamento agli standard UE, senza aprire formalmente i capitoli. La commissaria per l'allargamento Marta Kos ha sottolineato che "nessuno può veto le riforme ucraine", mentre Kyiv ha espresso l'intenzione di accelerare l'allineamento agli standard europei, con valutazioni previste per tre cluster entro inizio 2026. L'unanimità resta necessaria per decisioni finali sull'adesione.
16-12-2025

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