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M5S: la Repubblica è morta. Espulso senatore

“Epitaffio” di Grillo: «Pensi al sorriso raggiante di Berlusconi in Parlamento e ti domandi come è possibile tutto questo». Mastrangeli cacciato per le interviste tv

 Domenica, dopo la manifestazione nella Capi-
 tale, Beppe Grillo ha scritto un post dal titolo
 “Blue Sunday”, in cui fa l’epitaffio della Re-
 pubblica: «Una mattina di aprile triste, un si-
 lenzio strano. Quella poca gente che si vede
 in giro nelle città la domenica mattina non
 sorride e tira dritto Ti senti come il giorno do-
 po la scomparsa di una persona cara».

Scrive Grillo all’indomani della rielezione di Giorgio Napolitano: «Quella indefinibile mancanza che provi dentro, che non riesci ad accettare e che sai ti accompagnerà troppo a lungo. La Repubblica, quella che si dice democratica e fondata sul lavoro, ieri è morta. Pensi al sorriso raggiante di Berlusconi in Parlamento, risplendente come il sole di mezzogiorno, dopo la nomina di Napolitano, e ti domandi come è possibile tutto questo, pensi ai processi di Berlusconi, a MPS, alle telefonate di Mancino, ai saggi e alle loro indicazioni per proteggere la casta. Sai che alcuni di loro diventeranno ministri. Ti viene lo sconforto. Tutto era stato predisposto con cura. Un governissimo, le sue "agende" Monti e Napolitano, persino il nome del primo ministro, Enrico Letta o Giuliano Amato, e un presidente Lord protettore dei partiti. Uno tra Amato, D'Alema o Marini avrebbe dovuto essere l'eletto».
E ancora: «Rodotà ha rovinato i giochi. Ed ecco il piano B con il rientro di Napolitano che fino al giorno prima aveva strenuamente affermato che non si sarebbe ricandidato. E di notte, in poche ore (minuti?) si è deciso (ratificato?) il presidente della Repubblica e la squadra di governo. Chiamala, se vuoi, democrazia. L'Italia ha perso e, non so perché, mi viene in mente il pianto disperato di Baresi dopo la finale persa ai rigori con il Brasile nel 1994. Il MoVimento 5 Stellle è diventato l'unica opposizione, l'unico possibile cambiamento. Il Partito Unico si è mostrato nella sua vera luce. Noi o loro, ora la scelta è semplice. Coloro che oggi sono designati al comando della Nazione sono i responsabili della sua distruzione. Governano da vent'anni. Per dignità dovrebbero andarsene, come avviene negli altri Stati. Chi sbaglia paga. E chi persevera paga doppiamente. Entro alcuni mesi l'economia presenterà il conto finale e sarà amarissimo. Dopo, però, ci aspetta una nuova Italia».

In serata l’assemblea dei gruppi parlamentari del M5S ha espulso il senatore Marino Mastrangeli. La decisione, che ora dovrà essere sottoposta al vaglio della Rete, è stata presa dopo le sue ripetute partecipazioni a trasmissioni televisive. «Sono come Bruce Lee, ne atterro cinquanta alla volta, ma questo processo è una farsa - ha commentato Mastrangeli durante la diretta streaming della riunione -. Non è che per 5 anni mettiamo la mordacchia ai parlamentari che non possono parlare. Chiediamo a loro se i parlamentari possono, a titolo personale, intervenire per rilasciare interviste. Perché essere processato per il gravissimo diritto di intervista giornalistica mi sembra una farsa». Proibire una cosa del genere, continua il senatore, «sarebbe incostituzionale. Per questo sul regolamento c’è scritto di “evitare” di partecipare: è un consiglio. Se volete cambiare le regole chiedetelo agli iscritti, che sono sovrano. Se lo faranno immediatamente smetto e, a al limite, mi dimetto». La stessa assemblea ha invece respinto all'unanimità le dimissioni di Vito Crimi, una richiesta che era stata avanzata dallo stesso Mastrangeli. «Io - è stata la sua difesa del senatore - mi sono sempre fatto intervistare fuori studio, lui si è seduto sul divanetto di Bruno Vespa».

22-04-2013

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