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Dell'Utri arrestato (nel lusso) a Beirut

Venerdì La Stampa rivelava: l’ex senatore è latitante. Lui: «Sono malato, non sto scappando». Sabato infine le manette dopo l’ordine di cattura internazionale

 La notizia è di venerdì mattina e la rivela La
 Stampa: Marcello dell’Utri sarebbe irreperibi-
 le a soli quattro giorni dalla sentenza definiti-
 va in Cassazione nel processo in cui è stato
 condannato a 7 anni in secondo grado per
 concorso esterno in associazione mafiosa. 
 Sabato però la latitanza è già finita: l'ex se-
 natore è stato arrestato in Libano.

È durata quindi un giorno la latitanza internazionale di Dell’Utri. Ad annunciarlo il ministro degli Interni Angelino Alfano: «Marcello Dell’Utri si trova in questo momento negli uffici della polizia libanese, a Beirut. Dell’Utri è stato rintracciato a Beirut dalla polizia libanese che ora è in contatto con la polizia italiana in ottemperanza con il mandato di cattura internazionale. È ora in corso una procedura che diventerà estradizionale» annuncia il leader del Nuovo Centrodestra.
L'arresto è avvenuto nella notte in un lussuoso albergo di Beirut ed è stato eseguito dalla polizia libanese alla presenza di un funzionario della polizia italiana. Marcello dell'Utri aveva con sé una cospicua somma di denaro al momento dell'arresto. Quando la polizia libanese è arrivata nell'hotel in cui alloggiava, Dell'Utri era a letto. La sua individuazione è stata stata possibile grazie a una segnalazione dell'Interpol.

L’ordine di custodia cautelare per Dell'Utri era stato emesso dalla III sezione della Corte di appello di Palermo, come scriveva La Stampa venerdì, ricordando anche di come, due anni fa, l’ex senatore del Popolo della Libertà volò a Santo Domingo e tornò solo quando la Cassazione annullò la condanna con rinvio. Stavolta la Procura generale ci aveva provato, a chiedere il divieto di espatrio, considerando il fatto che Dell’Utri ha più passaporti diplomatici di Paesi stranieri e che dalle intercettazioni ambientali gli inquirenti avevano intuito che esisteva il rischio di fuga. Ma la Corte di appello, che aveva già negato la richiesta di arresto nel marzo dello scorso anno, aveva rigettato la richiesta. La Procura generale ha quindi provato prima ad impugnare il rigetto del divieto di espatrio, che però il tribunale del riesame ha confermato. E poi ha chiesto una misura cautelare in carcere, sulla base di nuovi elementi. Ma eragià troppo tardi. «La Dia - si leggeva nella richiesta - grazie a particolari indagini tecniche effettuate, ha localizzato in data 3 aprile una utenza mobile sicuramente riferibile a Dell’Utri proprio nei dintorni della città libanese di Beirut».

Dell’Utri stesso quindi faceva sapere all'Ansa: «Tengo a precisare che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che trovandomi in condizioni di salute precaria - per cui tra l'altro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica - sto effettuando ulteriori esami e controlli». Quindi lui stesso conferma di trovarsi all’estero. «Apprendo della aberrante richiesta di preventiva custodia cautelare mentre mi trovo già all’estero per il periodo di cura e riposo - spiega l’ex senatore -. Rimango tuttavia in attesa fiduciosa del risultato che esprimerà la Massima Corte che ha già rilevato incongruenze e fumus nella prima sentenza di appello, annullandola conseguentemente». «Mi auguro - conclude - quindi che un processo ventennale, per il quale ritengo di avere già scontato una grave pena, si possa concludere definitivamente e positivamente».

12-04-2014

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