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Gazzetta Ufficiale

Sergio Mattarella si è insediato al Quirinale

Prima il discorso al Parlamento riunito in seduta comune, poi il saluto al Milite Ignoto e l’ingresso al palazzo presidenziale. Berlusconi invitato, Grillo assente

 Città blindata (e sotto la pioggia) nella
 giornata d’insediamento di Sergio Matta-
 rella, che diventa il dodicesimo presidente
 della Repubblica Italiana. Prima il discorso
 al Parlamento riunito in seduta comune,
 poi il saluto al Milite Ignoto (col passaggio
 delle Frecce Tricolori) e l’ingresso al palaz-
 zo presidenziale sulla Flaminia 335.

Per Mattarella, quindi, campane a festa, salve di cannone e onori militari per il giuramento da presidente della Repubblica, il tutto come da “liturgia” in occasione della cerimonia che ha avuto inizio martedì alle 10 nell’Aula di Montecitorio. Al giuramento del nuovo capo dello Stato anche Silvio Berlusconi, espressamente invitato dal cerimoniere. Con lui, naturalmente, le più alte cariche dello Stato e i leader e segretari delle forze politiche. Assente Beppe Grillo, che auspica però un incontro a breve con il neo Presidente.

Il capo dello Stato ha ricevuto un lungo e intenso applauso scrosciante al suo ingresso nell’aula di Montecitorio, poco prima delle 10. E dopo quasi tre minuti di battimano, Mattarella ha potuto giurare fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione. Il neoeletto presidente, rivolto al Parlamento riunito in seduta comune integrato dai delegati regionali  (in tutto 1009 grandi elettori), ha aperto il suo discorso di insediamento ringraziando per prima cosa i suoi due predecessori: «Ringrazio tutti coloro che hanno preso parte al voto e i miei predecessori Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Essi hanno svolto la loro funzione con impegno e dedizione esemplare. A loro va il riconoscimento degli italiani». Quindi dichiara subito di voler rappresentare l’unità nazionale e difendere i principi costituzionali, che non possono rischiare di essere intaccati dalla crisi: «Mi impegno a confermare il patto Costituzionale che ha mantenuto il Paese unito e riconosce i diritti costituzionali e il patto di unità sociale che impegna a rimuovere gli ostacoli che limitano le libertà e l’uguaglianza».

Mattarella ha anche parlato della crisi economica, dicendo che questa «ha aperto nuove ferite, creato nuove povertà». Poi ha salutato gli italiani all’estero ma anche le comunità straniere residenti in Italia, scandendo che «la democrazia non è una conquista definitiva». Il Presidente ha spiegato anche di volere essere «un arbitro imparziale. Ma i giocatori mi aiutino». Vista la sua storia personale, un passaggio molto significativo è quello della lotta alla mafia. Il suo pensiero è andato a quelle che sono rimaste nell’immaginario collettivo le figure simbolo della legalità contrapposta alla criminalità organizzata: «Nella lotta alle mafie - ha detto Mattarella - abbiamo avuto molti eroi e penso soprattutto a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino». Non è poi mancato un riferimento al terrorismo internazionale che «ha lanciato la sua sfida sanguinosa seminando lutti e tragedie in ogni parte del mondo e facendo vittime innocenti. E considerare la sfida terribile del terrorismo fondamentalista nell’ottica dello scontro tra religioni o tra civiltà sarebbe un grave errore. La minaccia è molto più profonda e più vasta. L’attacco è ai fondamenti di libertà, di democrazia, di tolleranza e di convivenza». Dal Presidente un pensiero anche per tutti gli italiani, militari e no, impegnati nelle missioni internazionali. E ha auspicato una rapida risoluzione della questione marò.

03-02-2015

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