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Tunisi, a migliaia contro il terrorismo

Imponenti misure di sicurezza per la marcia voluta dopo i fatti del museo Bardo. Per l'Italia ci sono Renzi e Boldrini. Intanto è ucciso il terzo attentatore

Con lo slogan «Le monde est Bardo», erano in migliaia domenica mattina nelle strade di Tunisi per un’imponente marcia contro il terrorismo, voluta dopo i fatti del museo Bardo, dove hanno perso la vita 22 persone (il conto era fermo a 21 fino a sabato, ma un’altra delle vittime purtroppo non ce l’ha fatta). Per l'Italia erano presenti il premier Matteo Renzi e la presidente della Camera Laura Boldrini.

La manifestazione dei cittadini è partita intorno alle 11 ora locale (le 12 in Italia) da Bab Saadoun. All’altezza del Parlamento si sono quindi unite anche le autorità nazionali e internazionali presenti. Al corteo infatti, che si è concluso proprio davanti al museo, oltre ai cittadini, erano presente anche tante autorità internazionali e capi di Stato e di governo provenienti da varie parti del mondo. Fra loro, oltre a Renzi e Boldrini, come già accennato, anche una delegazione della Commissione esteri della Camera presieduta da Fabrizio Cicchitto. «Il presidente della Commissione, insieme a un gruppo di parlamentari esteri, è a Tunisi per partecipare alla marcia anti terrorismo indetta dal governo per sottolineare la solidarietà col popolo tunisino vittima di un attentato che ha colpito turisti italiani. Nel pomeriggio incontreranno la comunità italiana a Tunisi», si legge in una nota dell’ufficio stampa.

Al Bardo poi si è tenuta una cerimonia di scopertura di una stele commemorativa delle 22 vittime dell’attacco, tra le quali hanno perso la vita anche quattro italiani. «La Tunisia non è sola in questa battaglia» contro il terrorismo, quanto accaduto al museo «è terribile per la Tunisia, per l'Europa tutta», dice Matteo Renzi ricordano le vittime italiane della tragedia. «La Tunisia non è sola - prosegue il premier parlando ai cronisti a Tunisi, ripreso dalle telecamere di Rai e Sky - siamo insieme nella battaglia difficile per la democrazia. Non la daremo vinta ai terroristi, non lasceremo il futuro in mano agli estremisti».

La manifestazione era stata annunciata domenica scorsa dal presidente tunisino Essebsi nel corso dell’intervista rilasciata all’interno del Bardo. Essebsi l’aveva presentata come una marcia del popolo tunisino e poco dopo, la ministra del Turismo Salma Loumi aveva fatto sapere che erano stati invitati i principali leader mondiali.

Intanto si stringe il cerchio intorno agli organizzatori dell’attacco al museo. E in uno scontro a fuoco con gli agenti a Gafsa, nel sud del Paese, sono nove i terroristi che sono stati uccisi, ha detto il portavoce del ministero, Mohamed Ali Aroui. Tra loro anche il super ricercato algerino Khaled Chaib, conosciuto come Lokman Abou Sakher, il terzo attentatore del Bardo. Si tratta del leader della cellula Okba Ibn Nafaa, gruppo terrorista con base nelle montagne Chaambi al confine con l’Algeria, responsabile secondo il governo dell’attacco del 18 marzo.

29-03-2015

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