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Agire

Ischia, arrestato sindaco. E spunta D'Alema

Giuseppe Ferrandino è accusato di aver preso mazzette da una coop da una coop. Un dirigente chiama in causa anche l'ex premier che però replica: «Nessun illecito»

Il sindaco di Ischia, Giuseppe “Giosi” Ferrandino (Pd) è stato arrestato dai carabinieri del Comando Tutela Ambiente nell’ambito di una inchiesta della procura di Napoli con l’accusa di aver intascato tangenti da una coop per la metanizzazione dei comuni dell’isola campana. Col primo cittadino, in manette altre nove persone, tra cui dirigenti del colosso delle cooperative CPL Concordia.

Stando alle prime informazioni, i reati contestati, a vario titolo, vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione (anche internazionale), dalla turbata libertà degli incanti al riciclaggio, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’inchiesta, coordinata dai pm Woodcock, Carrano e Loreto e condotta dai reparti speciali del Comando per la Tutela dell’Ambiente del colonnello Sergio De Caprio (il “Capitano Ultimo”), ha preso le mosse nell’aprile 2013 ed ha portato alla luce, secondo l’accusa, un sistema di corruzione basato sulla costituzione di fondi neri in Tunisia da parte della CPL Concordia con cui retribuire pubblici ufficiali per ottenerne i favori nell’aggiudicazione di appalti.

In carcere, su disposizione del gip Amelia Primavera, sono finiti, oltre al sindaco dell’isola, anche il fratello, Massimo Ferrandino, il responsabile delle relazioni istituzionali del Gruppo CPL Concordia Francesco Simone, l’ex presidente Roberto Casari (andato in pensione il 30 gennaio scorso, ma per l’accusa ancora regista degli affari della cooperativa), il responsabile commerciale dell’area Tirreno Nicola Verrini, il responsabile del nord Africa Bruno Santorelli, il presidente del consiglio di amministrazione della CPL distribuzione Maurizio Rinaldi e l’imprenditore casertano Massimiliano D'Errico. Arresti domiciliari, invece, per il dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Ischia Silvano Arcamone, mentre per Massimo Continati e Giorgio Montali, rispettivamente direttore amministrativo e consulente esterno della CPL è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Tra le carte anche il nome di Massimo D'Alema (che non è indagato): in una delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta, infatti, Francesco Simone, dirigente della CPL arrestato, chiama in causa l'ex presidente del Consiglio sottolineando la necessità di «investire negli ItalianiEuropei dove D’Alema sta per diventare Commissario Europeo» in quanto «...D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose». Da parte sua, Massimo D’Alema ha immediatamente replicato: «Certamente ho rapporti con Cpl Concordia» tuttavia «è un rapporto del tutto trasparente, che non ha comportato né la richiesta da parte loro né la messa in opera da parte mia di illeciti di nessun genere. Non ho avuto alcun regalo e nessun beneficio personale».

30-03-2015

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