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Maggioranza, accordo su riforme in 3 modifiche

Intesa maggioranza su elettività, funzioni e giudici Consulta. La minoranza: «Ritrovata l'unità». E la Lega presenta 82 milioni di modifiche. Oltre mille quelli da Fi

Ripresa mercoledì, nell'Aula del Senato, la discussione generale sul Ddl con le Riforme istituzionali. La notizia di giornata è l'accordo nel Partito democratico. Sono infatti tre gli emendamenti a firma Anna Finocchiaro con cui la maggioranza trova l'intesa sulla riforma costituzionale, tre proposte di modifica al testo Boschi.

Le proposte di modifica, viene spiegato, riguarderebbero il comma 5 dell'articolo 2 sull'elettività dei senatori, le funzioni del Senato e l'elezione dei giudici della Corte costituzionale. «Gli emendamenti presentati sulla eleggibilità dei senatori, sulle funzioni e competenze del Senato, frutto di un confronto e lavoro comune nel Pd, sono positivi. Esprimono una ritrovata unità nel partito e consentono un impegno unitario sui temi delle riforme e dell'azione di governo - dice il senatore del Pd Vannino Chiti -. Sono soddisfatto che si sia raggiunta una mediazione degna i senatori saranno sindaci e consiglieri regionali, ma saranno i cittadini a sceglierli. Tornano nella competenza del Senato funzioni di rilievo relative al controllo delle nomine pubbliche, alle nomine dei giudici della Corte Costituzionale, al ruolo nelle politiche europee e nei confronti del sistema delle autonomie, che rendono il nuovo Senato un'istituzione non irrilevante. Come si vede, il bicameralismo paritario si può superare salvaguardando pienamente il diritto dei cittadini a scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni».

​La Lega invece ha presentato 82 milioni di emendamenti sulla riforma del Senato.730.460 i miei emendamenti alla Riforma costituzionale. Non ho sentito nessuno della maggioranza, avevo segnalato che li avrei presentati». Così il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli ha risposto ai giornalisti a palazzo Madama dopo aver annunciato la presentazione della valanga di emendamenti da guinness dei primati. Si tratta di 200 emendamenti cartacei e il resto su dvd. Sono 1173 gli emendamenti presentati al Senato al ddl Boschi. Lo rende noto il gruppo parlamentare. 210 quelli targati M5S: i 5 Stelle hanno confermato le proposte di modifiche presentate nelle ultime settimane.

Martedì, il giorno dopo la direzione del Partito democratico - che ha segnato l’apertura del premier-segretario Matteo Renzi alle richieste della minoranza sulla nota questione dell’articolo 2 del ddl Boschi -  è ripreso martedì mattina nell’Aula del Senato il dibattito sulla riforma costituzionale.  E sono scintille tra il presidente Grasso e le opposizioni. Il gran numero di richieste di intervento, 110, in apertura di seduta, infatti, ha convinto il presidente di Palazzo Mdamaad “armonizzare” i tempi della discussione, che si concluderà mercoledì, riducendo così a dieci minuti la durata di ogni intervento. Decisione che ha destato le proteste delle opposizioni contro la cosiddetta «tagliola». Alcuni senatori dei partiti di minoranza hanno accusato il presidente del Senato di aver quindi tagliato la durata degli interventi a causa delle pressioni della maggioranza.

Ma punto sul vivo, dopo che in particolare Roberto Calderoli (Lega), Mario Mauro (Gal) e Lucio Malan di Forza Italia hanno espresso solidarietà a Grasso per le «indebite e inedite» pressioni del presidente del Consiglio sull’ammissibilità degli emendamenti all'articolo 2, lo stesso presidente del Senato ha chiarito: «Tutto avrei potuto immaginare, tranne che una decisione che è frutto di prerogative presidenziali potesse essere interpretata come un cedimento a eventuali pressioni. Siccome il senatore Mauro ha insinuato questo rispondo sul punto. Non le permetto di pensare né di sospettare una cosa del genere».

Nel pomeriggio la svolta nel Pd: nella riunione della minoranza dem al Senato sul ddl riforme, infatti, si sarebbe deciso che in questa fase la minoranza ripresenta i suoi emendamenti al testo. C’è apprezzamento per l’apertura in direzione sul comma 5, quello che regola la durata del mandato e che è al centro delle polemiche politiche per l’elezione indiretta. Ma, si sottolinea, bisogna vedere o concordare i testi. Sul fronte della maggioranza nel corso di queste ore, spiegano fonti Pd, non c’è stata alcuna riunione di maggioranza sul ddl, ma «tavoli tecnici» per la messa a punto degli emendamenti, a cominciare da quello con cui dovrebbe essere cambiato il comma 5 dell’art. 2.

23-09-2015

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