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Grasso: «Emendamenti Calderoli irricevibili»

Il numero uno del Senato dice no ai 75 milioni di emendamenti. La Lega protesta. Renzi dagli Usa rassicura: il governo ha buona maggioranza, con o senza Forza Italia

È ripreso, nell’Aula del Senato, il dibattito sulla riforma del Senato. E proprio gli emendamenti presentati dal senatore della Lega Nord Roberto Calderoli al ddl Boschi sulla riforma costituzionale, sono stai ritenuti «irricevibili» dal presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso, che li ha respinti in blocco. Tutti e 75 milioni. Ira della Lega.

«Considero non inammissibili, l’inammissibilità è infatti riferita al merito, ma irricevibili gli stessi emendamenti, fermi restando invece quelli già ricevuti dalla presidenza della commissione Affari costituzionali e ripresentati in assemblea, al netto di quelli ritirati». Il Presidente “fa salvi” «quelli già ricevuti dalla presidenza della commissione Affari Costituzionali e ripresentati in Assemblea, al netto di quelli ritirati», cioè gli oltre 500mila già presentati da Calderoli. Motivo della irricevibilità è che «per rispettare i tempi stabiliti dal calendario dei lavori, la presidenza è oggettivamente impossibilitata a vagliare nel merito l’abnorme numero di emendamenti se non al prezzo di creare un precedente che consenta di bloccare i lavori parlamentari per un tempo incalcolabile». Restano in piedi i 500mila depositati in commissione e ripresentati in aula. Grasso ha motivato la sua decisione alla luce del carattere «abnorme» del numero di emendamenti.

Su Grasso l’ira della Lega: «Vengono esclusi una serie di emendamenti a prescindere dal merito, lei esclude gli emendamenti perché non ha modo di verificarne il merito. Lei sta creano un precedente gravissimo», ha detto il vice presidente della Lega, Raffaele Volpi. Vito Crimi (M5s) si è dichiarato «allarmato» per la decisione di Grasso, che creerebbe un «precedente». «Vi invito a riflettere - ha risposto però Grasso -. Io ho parlato dell’abnormità del numero degli emendamenti. M5s ne ha presentati 117. Tra 117 e 85 milioni di emendamenti c’è quel “range” che costituisce l’abnormità».

29-09-2015

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