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Rischi, ma in Italia possiamo stare tranquilli

Alfano, ospite a "L'intervista" di Latella, chiarisce: «Ci sarà un immagazzinamento dati che comprimerà un po' la nostra privacy su alcuni aspetti: è indispensabile»

Domenica, intervenuto a “L'intervista” di Maria Latella su Sky Tg 24, il ministro degli Interni Angelino Alfano annuncia: «Shengen non è morta. Dobbiamo considerare che occorrono alcune revisioni e modifiche. Non esiste nessuna confederazione di stati o aggregazione che abbia cancellato i confini interni e non presidiato quelli esterni». E sottolinea: «Dobbiamo separare chi prega da chi spara».

E dopo Parigi, dice il responsabile del Viminale, «ci sarà un immagazzinamento dati che comprimerà un po' la nostra privacy su alcuni aspetti ma indispensabile in questo momento: da Roma a Berlino, ad esempio, i controlli saranno intensificati. Non verranno controllati solo i passaporti ma sarà inviato tutto a una banca dati centrale. Anche il dettaglio del posto dove ci siamo seduti in aereo». «Dobbiamo separare chi prega da chi spara. Abbiamo i musulmani in Italia, e poi abbiamo i terroristi - ha aggiunto il ministro -. Non possiamo rigettare un milione e 600mila musulmani che vivono in Italia». Sui numeri della manifestazione #Notinmyname di ieri a Roma, Alfano ha detto che «ha influito a variabile meteo. Ma la di là di questo ieri erano in piazza, e le parole sono come pietre. I musulmani hanno diritto di pregare, rispettando le leggi: se non lo fanno vengono cacciati». Ieri sera «sono stato al concerto di Tiziano Ferro. C'erano migliaia di ragazzi, allegri, smanicati, tutti al Palalottomatica di Roma. Il mio pensiero è stato: "Guarda come la nostra voglia di vivere è più forte della paura"».

Alfano ricorda che poi «alcuni mesi fa abbiamo proposto a livello europeo un'azione militare forte per bloccare il traffico di essere umani che è esattamente il centro del problema. Per la Siria noi diciamo no a una Libia bis: dopo Gheddafi la comunità internazionale non ha saputo completare il lavoro, e chi ha pagato il conto? Noi, che ci troviamo a gestire gli sbarchi. Se la Siria fosse bombardata senza completare la risistemazione delle istituzioni democratiche potrebbe essere una nuova Libia». E citando Papa Francesco, ha chiarito: «Se la guerra è mondiale come dice il Papa vanno ripensate le alleanze: io non rinuncio al nostro asse, ma contro l'Islamic State serve una grande alleanza. Si sta combattendo una terza guerra mondiale a pezzettini». Sulla possibilità di ripensare le sanzioni alla Russia, Alfano ha detto che «prima va fatta chiarezza sull'Ucraina». Nei media «ci sono i professionisti dell'ansia: l'obiettivo è non farci stare bene ed è quello che alcuni mezzi di informazione perseguono con una certa efficacia», attacca infine in chiave sulla sicurezza del Giubileo.

22-11-2015

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