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Tpl Roma, continua la protesta degli autisti

Venerdì in città «il secondo appuntamento pubblico tra utenti e lavoratori uniti nella lotta contro la privatizzazione e per il miglioramento della mobilità pubblica»

I lavoratori della Tpl Scarl, a fronte del pagamento di solo parte delle spettanze, non si fidano e decidono di non riprendere il servizio fino all'incontro in Prefettura di lunedì. Intanto venerdì è andato in scena «il secondo appuntamento pubblico tra utenti e lavoratori uniti nella lotta contro la privatizzazione e per il miglioramento della mobilità pubblica».

Ad annunciarlo era stata la Carovana delle periferie, che si schiera dalla parte dei lavoratori di Roma Tpl, giunti al quarto giorno di sciopero. «Siamo utenti del trasporto pubblico, siamo abitanti dei quartieri periferici di questa città, siamo lavoratori e disoccupati, siamo cittadini incazzati e consapevoli di quanto sta accadendo nella Capitale. In questi ultimi tre giorni le periferie di Roma hanno avuto problemi rispetto alla mobilità pubblica: disagi dovuti all’agitazione e al conseguente blocco del trasporto da parte dei lavoratori della Tpl Roma. Novantadue linee su 103 interrotte – raccontano – e la prova reale che questa città è sull’orlo del collasso, con buona pace di chi straparla di Giubileo, accoglienza e rilancio del brand capitolino. Ma non sono questi disagi a farci incazzare, non sono le proteste dei lavoratori a farci perdere la pazienza».
Intanto è stato firmato, dopo 7 anni di trattative, il contratto collettivo nazionale del Trasporto pubblico locale. Lo fa sapere la Fit-Cisl: «Un successo sindacale di straordinaria importanza, soprattutto in questa fase storica. La conclusione positiva di questa vicenda è un successo sindacale di straordinaria importanza, soprattutto in questa fase storica. Nel momento in cui in tanti provano a delegittimare la contrattazione e il ruolo delle parti sociali la firma di un contratto nazionale come questo è un segnale fortissimo, anche e soprattutto per i contenuti di grande innovazione che contiene. Dopo sette anni finalmente chiudiamo questa vicenda, ma la chiudiamo portando a casa: il recupero salariale, in un settore 'pubblico', un welfare contrattuale di qualità, soprattutto per i giovani ma non solo, con la previdenza contrattuale a carico delle sole aziende e la previsione dell'assistenza sanitaria integrativa, la piena entrata in funzione del fondo bilaterale di solidarietà, il miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. A ciò si aggiungono garanzie sulle clausole sociali a maggior tutela dei lavoratori e moltissimi passaggi positivi che chiudono una vicenda rimasta aperta troppi anni. Ora si ritorna ad una situazione normale con una prospettiva positiva - prosegue la nota - in un settore che soffre da troppi anni della mancanza di investimenti e di considerazione strategica da parte dei Governi. Le cifre economiche di 100 euro di aumento medio delle retribuzioni, unitamente alla tranche finale di 600 euro dell'una tantum, che si aggiunge ai 700 euro già erogate nel 2013 (e ai 60 euro di aumento del 2008) e, soprattutto, la conquista di 100 euro messe a sostegno di previdenza integrativa e assistenza sanitaria, fanno sì che questa firma - conclude - sia da salutare con soddisfazione».

28-11-2015

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