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Taxi, continua la protesta contro Uber a Roma

La categoria protesta perché si sente «tradita» dall'emendamento al milleproroghe considerato a favore di una app dello sharing e dei noleggiatori con conducente

Prosegue la protesta dei tassisti nelle città italiane contro le misure sui servizi di noleggio contenute nel maxiemendamento al decreto Milleproroghe. Nel mirino delle proteste dei tassisti c’è il decreto che, dopo il via libera della Commissione Affari Costituzionali, si avvia a incassare fra qualche ora il disco verde del Senato per poi passare alla Camera.

Tra le novità del provvedimento c’è il rinvio delle norme contro i taxi “abusivi”. In pratica, slitta al 31 dicembre il termine entro cui il ministero delle Infrastrutture deve emanare il provvedimento finalizzato a impedire le pratiche di esercizio abusivo dei taxi e quelle di noleggio con conducente. Un provvedimento che, secondo i tassisti, spianerebbe la strada alle multinazionali come Uber e ha quindi scatenato proteste in tutta Italia. C'è attesa ora per l'incontro previsto al ministero dei Trasporti martedì prossimo. La categoria protesta perché si sente «tradita» dall'emendamento al milleproroghe considerato a favore di una app come Uber e dei noleggiatori con conducente.

Venerdì, a Roma sono pochissime le auto in giro e niente taxi alla stazione Termini. Niente auto bianche neanche a Fiumicino e Ciampino. Ma come ieri per contenere i disagi, la società di gestione Aeroporti di Roma si è attivata fin dalle prime ore del mattino nei due scali con un servizio gratuito di navette per agevolare i viaggiatori nei trasferimenti verso Roma. Disagi anche nelle altre principali città italiane. I sindacati tuttavia hanno chiesto ai tassisti di riprendere il servizio per evitare disagi agli utenti. «Stiamo invitando tutti a riprendere servizio, ma ci sono alcune difficoltà - sottolinea all'Adnkronos Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi -. Noi ci siamo attivati per ottenere una convocazione da Delrio e abbiamo ottenuto un tavolo tecnico, vedremo i risultati e poi il 22 faremo un'assemblea per decidere insieme cosa fare. Quella dei tassisti è stata una protesta spontanea perché la categoria subisce la crisi, l'abusivismo dilagante e l'aggressione da parte delle multinazionali. Così quando è arrivata la notizia dell'emendamento nel milleproroghe c'è stata una reazione, i tassisti si sono sentiti traditi. Noi stiamo facendo di tutto per farglielo capire: un fermo così non serve e crea solo disagi agli utenti. Noi siamo contrari».

Giovedì, da Torino a Genova, passando per Roma e altre città italiane, notevoli le difficoltà per chi cercava un taxi a causa di s
it-in, presidi e scioperi. «Siamo molto preoccupati - spiegava Valerio Giacopinelli, coordinatore dei tassisti genovesi - perché questo emendamento andrebbe a vanificare quanto conquistato negli anni precedenti». L'agitazione nella Capitale si era quindi estesa anche negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino praticamente svuotati di auto bianche. Un migliaio di tassisti si è raccolto spontaneamente nei pressi di Palazzo Madama.
17-02-2017

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