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Pd, Martina: «Ora M5S e Lega governino»

L'addio di Renzi: «Io non mollo. Mi dimetto da segretario del Pd come è giusto fare dopo una sconfitta. Ma non molliamo, non lasceremo mai il futuro agli altri»

Direzione Pd oggi a Roma con l'addio alla segreteria di Matteo Renzi. «Io non mollo. Mi dimetto da segretario del Pd come è giusto fare dopo una sconfitta. Ma non molliamo, non lasceremo mai il futuro agli altri». Così l'ormai ex segretario nella Enews, a poche ore dalla riunione al Nazareno.

«Abbiamo perso una battaglia, ma non abbiamo perso la voglia di lottare per un mondo più giusto» ha scritto ancora Renzi, aggiungendo poi: «Grazie per questi bellissimi anni di lavoro insieme. Il futuro prima o poi torna». «Ho ricevuto e mail bellissime in questi giorni. Mi scuso se non riuscirò a rispondere a tutti uno per uno come vorrei. Paolo però merita un'eccezione. È un ragazzo molto giovane, straordinario, che combatte contro la SLA. L'ho conosciuto 10 mesi fa a Milano, durante un incontro con Barack Obama. Siamo rimasti in contatto in questi mesi», spiega Renzi. E pubblica la lettera in cui il suo sostenitore lo invita a «ritirare le dimissioni» e gli domanda: «Ma perché ti sei preso delle responsabilità che tu non hai? Guai a te - scrive Paolo - se la dai vinta a quei franchi tiratori dei finti amici, che pur di fare un dispetto al comandante della nave, hanno forato lo scafo, dimenticandosi che c'erano a bordo anche loro. Fai pulizia in casa, caccia via chi non ti merita e poi vedrai». «Ecco -scrive Renzi - la mia risposta. Caro Paolo, io non mollo. Mi dimetto da segretario del Pd come è giusto fare dopo una sconfitta. Ma non molliamo, non lasceremo mai il futuro agli altri. E quando penso che in Italia ci sono persone come te, innamorate della vita e talmente coraggiose da non aver paura di sfidare malattie devastanti, ti dico che sono orgoglioso di averti conosciuto. E di lottare insieme a te. Abbiamo perso una battaglia, caro Paolo, ma non abbiamo perso la voglia di lottare per un mondo più giusto. Lo faremo insieme, con il nostro sorriso e con la nostra libertà. Io non mollo, ma soprattutto non mollare tu! A tutti quelli che mi hanno scritto chiedendomi di non mollare rispondo nello stesso modo».

«Abbiamo bisogno di riflettere. Non penso che convocare le primarie fra tre mesi sia la migliore soluzione perché torneremo a parlare di nomi al posto di riflettere e discutere
» su cosa non abbia funzionato.Così il presidente del Pd Matteo Orfini domenica, intervistato da Lucia Annunziata a 1/2h in più. Orfini ha poi definito le dimissioni di Matteo Renzi «assolutamente inevitabili. Con una sconfitta di quelle dimensioni il gruppo dirigente” non può che trarne le conseguenze. Ma, ha aggiunto, «non ce la possiamo cavare dando tutte le responsabilità a Renzi. Ogni singolo dirigente del Pd ha la sua responsabilità. Non dobbiamo trovare il capro espiatorio ma capire che cosa non ha funzionato».

«Sento innanzitutto il bisogno di riconoscere la scelta che il segretario ha compiuto dopo il voto, con le sue dimissioni, e voglio ringraziarlo per questo atto forte e difficile ma soprattutto per il lavoro e l'impegno enorme di questi anni», ha detto quindi il vice segretario Maurizio Martina nella sua relazione.  «La segreteria si presenta dimissionaria a questo appuntamento. Ma io credo sia importante che continui a lavorare insieme a me in queste settimane che ci separano dall'Assemblea. Con il vostro contributo cercherò di guidare il partito nei delicati passaggi interni e istituzionali a cui sarà chiamato. Lo farò con il massimo della collegialità e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze, individuando subito insieme un luogo di coordinamento condiviso. Chiedo unità». «Alle forze che hanno vinto diciamo una cosa sola: ora non avete più alibi. Ora il tempo della propaganda è finito. Lo dico in particolare a Lega e Cinque Stelle: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità», e il Pd «continuerà a servire i cittadini dall'opposizione, dal ruolo di minoranza parlamentare». «La nostra sconfitta è stata netta - ha detto poi Martina - Intendiamo rispettare profondamente il voto di tutti gli italiani e saremo coerenti con gli esiti del 4 marzo. Ora tocca a chi ha ricevuto maggior consenso l'onore e l'onere del governo del paese. Noi continueremo a servire i cittadini, dall'opposizione, dal ruolo di minoranza parlamentare».
12-03-2018

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