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Stadio della Roma, arrestato De Vito (M5S)

Presidente dell'assemblea capitolina, l'accusa è di corruzione. Secondo i pm Zuin e Spinelli avrebbe incassato elargizioni da parte del costruttore Luca Parnasi

Arrestato in mattinata Marcello De Vito, presidente dell'assemblea capitolina. L'accusa è di corruzione. Insieme a De Vito arrestate altre tre persone. Secondo i pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli De Vito avrebbe incassato elargizioni da parte del costruttore Luca Parnasi in cambio della promessa di favorire il progetto dello stadio della Roma.

De Vito è stato arrestato nell'ambito di una operazione del Comando Provinciale di Roma. Nel blitz, come accennato, altri tre arresti e una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale nei confronti di due imprenditori. I reati ipotizzati, a seconda delle posizioni, sono di corruzione e traffico di influenze illecite. Oltre alle procedure connesse alla realizzazione del nuovo stadio della Roma, l'indagine riguarda anche la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell'area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense.

In carcere, oltre a De Vito, anche l'avvocato Camillo Mezzacapo, destinatario di incarichi professionali su segnalazione del presidente del Consiglio comunale di Roma mentre ai domiciliari ci sono l'architetto Fortunato Pititto, legato al gruppo imprenditoriale della famiglia Statuto, e Gianluca Bardelli. Coinvolti nella vicenda anche gli imprenditori coinvolti Toti e Statuto. Claudio e Pierluigi Toti sono destinatari di un provvedimento interdittivo dell'esercizio dell'attività imprenditoriale, mentre Statuto risulta indagato. «Marcello De Vito ha messo a disposizione la sua pubblica funzione di presidente del Consiglio comunale di Roma Capitale per assecondare, violando i principi di imparzialità e correttezza cui deve uniformarsi l'azione amministrativa, interessi di natura privatistica facenti capo al gruppo Parnasi». Così il gip nell'ordinanza con cui ha disposto il carcere per il presidente dell'assemblea capitolina.

«Marcello De Vito è fuori dal MoVimento 5 Stelle. Mi assumo io la responsabilità di questa decisione, come capo politico, e l’ho già comunicata ai probiviri - scrive il leader dei 5 Stelle Luigi Di Maio - Quanto emerge in queste ore oltre ad essere grave è vergognoso, moralmente basso e rappresenta un insulto a ognuno di noi, a ogni portavoce del MoVimento nelle istituzioni, ad ogni attivista che si fa il mazzo ogni giorno per questo progetto. Non è una questione di garantismo o giustizialismo, è una questione di responsabilità politica e morale: è evidente che anche solo essere arrivati a questo, essersi presumibilmente avvicinati a certe dinamiche, per un eletto del MoVimento, è inaccettabile. De Vito non lo caccio io, lo caccia la nostra anima, lo cacciano i nostri principi morali, i nostri anticorpi. Ciò che ha sempre distinto il MoVimento dagli altri partiti è la reazione di fronte a casi del genere. De Vito potrà e dovrà infatti difendersi in ogni sede, nelle forme previste dalla legge, ma lo farà lontano dal MoVimento 5 Stelle. Ringrazio la magistratura e le forze di polizia per il lavoro che hanno svolto e che continueranno a svolgere quotidianamente. Ricordo infine che proprio grazie a un provvedimento del MoVimento 5 Stelle, lo Spazzacorrotti, chi viene condannato per questi reati oggi va dritto in galera!».

Sull'arresto di De Vito è intervenuto anche il sindaco Raggi: «Nessuno sconto. A Roma non c'è spazio per la corruzione. Chi ha sbagliato non avrà alcuno sconto da parte di questa amministrazione».
20-03-2019

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