«Procedura inevitabile con questi numeri»
Primo passo formale per l’avvio della procedura per deficit eccessivo: «Le ultime misure prese dal governo capovolgono gli effetti positivi degli interventi passati»
La Ue gela l'Italia: la procedura d'infrazione è giustificata, vista la violazione delle regole sul debito nel 2018, nel 2019 e, in previsione, anche nel 2020. Il rallentamento economico «spiega solo in parte l'ampio gap» nel rispetto della regola, continuano dai vertici europei, e la «retromarcia» su alcune riforme pro-crescita del passato, come quella delle pensioni, e il deficit proiettato oltre il 3% nel 2020, rappresentano «fattori aggravanti».
La regola del debito «non è stata rispettata» nel 2018, nel 2019 e non lo sarà nel 2020, e quindi «è giustificata» una procedura per debito eccessivo scrive la Commissione Ue nel rapporto sul debito italiano. «Il debito italiano resta una grande fonte di vulnerabilità per l’economia» e «le nuove misure e il trend demografico avverso capovolgono in parte gli effetti positivi delle riforme pensionistiche del passato e indeboliscono la sostenibilità a lungo termine» delle finanze, danneggiata anche dall’ «aumento dei tassi d’interesse dei titoli di Stato osservato nel 2018 e 2019», scrive ancora la Commissione Ue nel rapporto sul debito italiano. Secondo la Commissione europea, che fa un'analisi dell’economia italiana partendo dall’alto debito pubblico che nel 2018 ha raggiunto il 132,2%, il secondo più grande nell’Unione e «uno dei più grandi al mondo», nel 2018, proprio il debito pubblico ha rappresentato un fardello per ogni italiano pari 38.400 euro. «L’alto debito toglie all’Italia lo spazio fiscale che serve a stabilizzare la sua economia in caso di choc macroeconomici» ma soprattutto rappresenta «un carico intergenerazionale che andrà a pesare sugli standard di vita delle future generazioni».
Per la Commissione il debito pubblico è «la maggiore causa di vulnerabilità per l’economia italiana», dunque ridurlo «dovrebbe rimanere una priorità». L’Italia ha fatto progressi limitati rispetto alle raccomandazioni del 2018 e l’agenda per le riforme strutturali prevista per il 2019 è frammentata e si basa su riforme passate. Bruxelles punta il dito contro Quota 100 per gli effetti sulle finanze pubbliche e per non avere ridotto le tasse sul lavoro, preferendo invece i trasferimenti. Il rallentamento dell’economia e dunque del Pil pesa ulteriormente sulla possibilità di ridurre il debito e l’attesa è per un deficit che nel 2020 supererà il 3%, il tetto dei parametri europei. Tutti fattori che hanno spinto la Commissione a ritenere la procedura per debito eccessivo «giustificata».
Il verdetto (piuttosto scontato) arrivato nella giornata di oggi era stato anticipato da Guenther Oettinger. Il commissario europeo al Bilancio aveva infatti avvertito che Bruxelles la procedura di infrazione per disavanzo eccessivo nei confronti dell'Italia era praticamente inevitabile. «Se i numeri verranno confermati, non potremo sottrarci alla procedura di infrazione - ha detto Oettinger in un'intervista all'emittente televisiva tedesca - N-TV -. L'Italia non dovrebbe essere un rischio per l'Eurozona».
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