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Agire
Tav, caos maggioranza. Aria di crisi di governo

In aula approvati solo i documenti a favore dell'opera. Scontro Salvini-Toninelli. Il capogruppo del Carroccio: conseguenza. Zingaretti: Conte salga al Quirinale

Battaglia in Senato e governo spaccato. A Palazzo Madama, mercoledì, è stata la giornata della discussione sulle sei mozioni sulla Tav. Il Movimento 5 Stelle era sostanzialmente l'unico contrario all'opera. Fioccano le accuse alla Lega d'inciucio e la maggioranza si spacca: aria di crisi.

La mozione targata M5S contraria alla Torino-Lione è stata bocciata dal con 181 no, mentre i voti favorevoli sono stati 110. Sono invece passate tutte le altre mozioni a favore dell'opera: il Senato ha approvato quella del Pd con 180 sì, 109 contrari e un astenuto. La mozione Bonino ha ottenuto 181 sì, 107 no e un astenuto. Quella di FdI è passata con 181 sì, 109 no e un astenuto. Infine quella di FI ha preso un voto in più ottenendo 182 voti favorevoli, 109 no e 2 astenuti.

L'ordine dei lavori prevedeva che si procedesse all'illustrazioni di ciascuna mozione, per poi proseguire con le dichiarazioni di voto e infine con le votazioni. A favore della Tav, insieme alla Lega, Pd, Fi e Fdi; col M5s parte di Leu e singoli come il Dem Tommaso Cerno. Da subito si era comunque parlato di una situazione fluida a Palazzo Madama, con la possibilità di far mancare il numero legale sulla mozione pentastellata, la prima a essere votata. La Lega ha da subito annunciato che avrebbe votato tutte le mozioni per il Sì alla Tav (Pd, Fi, Fdi e Bonino) e contro le mozioni no Tav (M5s e Leu). Lo stesso vale per i Dem, gli azzurri e i senatori di Fdi. Al contrario, gli oppositori dell'opera, tra cui due dei quattro senatori di Leu, annunciavano voto contrario. «Abbiamo portato la Tav in Parlamento e sono venuti allo scoperto! Ma la cosa più ridicola è che la Lega li sostiene dopo che il Pd ha presentato una mozione di sfiducia su Salvini. L'inciucio è servito! Aprite gli occhi!», scriveva il M5S commentando l'annuncio del capogruppo leghista Massimiliano Romeo del sì a favore di tutte le mozioni pro-Tav inclusa quella del Pd.

Sarà dunque crisi di governo? «Queste sono valutazioni che fa Salvini, di certo la Lega pone un problema politico ai suoi partner di governo», ha detto il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo prima di lasciare il Senato. Prima del voto Romeo aveva avvertito M5S: «Potremmo condividere la questione identitaria ma se fate parte del governo e il presidente del Consiglio ha detto sì dovete essere a favore della Tav, non ci sono alternative. Su un tema così importante avere due partiti di maggioranza, uno che vota in un modo e l'altro in un altro, pone sul tavolo una questione politica chiara e evidente: chi vota no alla Tav si prenderà la responsabilità politica delle scelte che seguiranno nei prossimi giorni e mesi». «Ci sono troppi ostacoli che impediscono a questo governo di crescere. Noi vogliamo andare avanti, non indietro».

«Ho votato a favore della mozione M5S», ha confermato Danilo Toninelli, senatore e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, all'uscita dall'Aula del Senato. E sulle dimissioni taglia corto: «Vado avanti sereno e tranquillo. Le loro sono critiche generiche, io continuo a lavorare per sbloccare le opere». «La seduta del Senato ha dimostrato in maniera assolutamente evidente che il governo non ha più una maggioranza. Il presidente Conte si rechi immediatamente al Quirinale dal presidente Mattarella per riferire della situazione di crisi che si è creata. L'Italia ha bisogno di lavoro, sviluppo, investimenti e ha bisogno di un governo che si dedichi a questo e non ai giochi estivi di Salvini e Di Maio contro gli italiani», scrive in una nota il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti. «La Tav non è solo una fondamentale infrastruttura utile allo sviluppo del Paese. Ma è anche figlia di accordi e trattati internazionali. Un governo non può non avere una sua maggioranza in politica estera e questo governo non ce l'ha».

«Se si farà la Tav a condizioni non remissive per l'Italia il merito è mio e dunque del M5S che, essendo sempre stato contrario all'opera, ha fatto alzare il contributo promesso dalla Ue mettendo Conte in condizione di non poter dire no» aveva detto il ministro Toninelli in precedenza. «Gli insulti di Renzi, della Boschi e del PD mi divertono, gli attacchi quotidiani dei 5Stelle mi dispiacciono. Come si fa a lavorare così?», scriveva prima del voto su Twitter Salvini.
07-08-2019

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