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Governo, è ripartita la trattativa Pd-M5s

Salta il nuovo vertice delle 11 dopo quello della notte scorsa. Di Maio: «Pd confuso, senza il sì a Conte è inutile vedersi». I dem: vuole Viminale e vicepremier

Trattativa in stallo, in mattinata, tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle. Dopo le quattro ore di vertice di lunedì sera a Palazzo Chigi per raggiungere un accordo di governo, in mattinata deflagrano le accuse, coi dem che parlano di «strada in salita sul programma», mentre i pentastellati tengono il punto su Conte e avvertono: la pazienza ha un limite. Ma nel pomeriggio si cambia ancora registro.

«L'accordo di governo rischia di saltare per le ambizioni personali di Luigi Di Maio che vuole fare il Ministro dell'Interno e il vicepremier. Su questo non sente ragioni e va avanti a colpi di di ultimatum» dicevano dunque dal Pd nel primo pomeriggio. Secondo fonti parlamentari Dem, non ci sarebbero veti sulla premiership di Giuseppe Conte ma prima andavano sciolti altri nodi. In particolare, spiegavano le stesse fonti, considerato Conte come esponente M5S, i Dem dovrebbero avere l'unico vicepremier. Inoltre, per dare un segno di svolta sulla politica economica, la delegazione Pd avrebbe chiesto tutti i ministeri economici.

Pronta replica del M5S alle accuse: «Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5S. Prima per noi vengono i temi». Al momento la delegazione pentastellata avrebbe detto no alle richieste dei dem, invocando per Luigi Di Maio il ruolo di vicepremier e un ministero di peso, come gli Interni. Ma uno dei nodi è proprio il Viminale, che il Pd avrebbe chiesto per un suo esponente (o al più una figura terza). Ad ora la trattativa è bloccata e i Cinque stelle hanno annullato il vertice in programma alle 11. «Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi, sono stanco dei giochini». Così avrebbe detto Luigi Di Maio lunedì sera dopo l'incontro con la delegazione Pd. «Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l'ok all'incarico a Conte. Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte». Così in una nota il M5S. Nel pomeriggio, intanto, il secondo giro di consultazioni da Mattarella.

La svolta, quindi, arriva quando interviene Giuseppe Conte. «In presenza del presidente del Consiglio non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Luigi Di Maio, né dal Movimento 5 Stelle nè da Di Maio stesso». Questo il testo della precisazione di Palazzo Chigi in merito alla trattativa per la formazione di un nuovo Governo tra grillini e dem che mette formalmente all'angolo il vicepremier uscente Luigi Di Maio. Si apprende anche che in giornata Giuseppe Conte e il segretario del Pd Nicola Zingaretti hanno avuto diversi contatti per fare il punto della situazione.​ A quel punto la trattativa di fatto riparte. «Finalmente abbiamo riaperto il tavolo dl programma. Alle 18 abbiamo una riunione alla Camera con i capigruppo M5s». Così Marcucci all'uscita dal Nazareno con Graziano Delrio. Ma spiega: «Lo schema con Di Maio vicepremier non è possibile». «Bene la chiarezza fatta dalla presidenza del Consiglio circa le false indiscrezioni trapelate nelle ultime ore. Al contempo, accogliamo positivamente le parole di apertura di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico sul ruolo del presidente Giuseppe Conte. Sì a un dialogo sul programma e sui temi. Il M5S vuole innanzitutto parlare di soluzioni per il Paese, in una fase che consideriamo delicatissima a seguito dell'apertura di una crisi che ci vede estranei a ogni responsabilità». Così in una nota il M5S.

Sempre nel pomeriggio, di scena la cabina di regia al Pd con il segretario Zingaretti, il presidente del partito Paolo Gentiloni, i due vicesegretari Andrea Orlando e Paola De Micheli, i capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio e le due vicepresidenti dell'assemblea Debora Serracchiani e Anna Ascani, da cui trapela la notizia che la precisazione di Luigi Di Maio che non intende chiedere il Viminale «mi sembra un segnale positivo».
27-08-2019

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