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Senato, scontro in Aula. Accuse a Grasso

Sì all'emendamento "canguro" presentato dal Dem Cociancich, che riscrive l'articolo 1 della riforma costituzionale: 177 sì, 57 no e 2 astenuti. Ira delle opposizioni

Continua lo scontro in Aula al Senato sul ddl Boschi. In particolare, nel mirino delle opposizioni ci finisce il cosiddetto emendamento "canguro" del Pd e l'ok da parte del presidente dell'Aula Pietro Grasso. In mattinata le opposizioni chiedono la convocazione della Giunta del regolamento per dirimere le questioni poste sull'ammissibilità delle proposte di modifica alle Riforme.

La richiesta era arrivata da Lega, Sel, M5S Gal insieme ai senatori fittiani. «Credo che lei abbia uno strumento a sua disposizione per valutare la ricevibilità e l'ammissibilità, che sono certamente una sua potestà. Si chiama Giunta per il regolamento che lei puo' consultare. E' ora di finirla che questioni così delicate non vedano l'utilizzo dello strumento della giunta» è l'affondo del leghista Roberto Calderoli.

Il governo comunque incassa il sì al "canguro" presentato dal Dem Roberto Cociancich, che riscrive di fatto l'articolo 1 della riforma costituzionale e spazza via tutti gli emendamenti delle opposizioni e i rischiosi voti segreti. Il Senato ha poi approvato il testo dell'articolo 1 del ddl Boschi. I sì sono stati 172, i no 108 gli astenuti 3. L'emendamento Cociancich, passato con 177 sì, 57 no e 2 astenuti, aveva fatto decadere tutti gli emendamenti presetnati dalle oposizioni, che hanno protestato con forza.

Ora la maggioranza pensa a un nuovo emendamento canguro per spazzare via tutte le richieste di modifica dell'opposizione anche sull'articolo 2. L'emendamento «Cociancich bis» «non è condivisibile neanche come base di discussione» e «c'è da augurarsi che venga ritirato». A dirlo è il senatore della minoranza Dem Vannino Chiti commentando le proposte di modifica alla riforma Boschi. Tuttavia fonti di Palazzo Chigi, riprese dai media, hanno spiegato che non ci sarà nessun emendamento del governo all'articolo 2. La linea del governo è che sulle minoranze linguistiche sia più logico rimettersi all'Aula. Si tratta di una questione tecnica che ai fini della riforma è indifferente.

Lo scontro in Aula era iniziato mercoledì, quando dopo una pausa della seduta sulla discussione del ddl riforme, il presidente Grasso ha ammesso 19 voti segreti, leggendo uno per uno tutti gli emendamenti interessati. Decisione che ha spinto Ncd a chiedere un’ulteriore sospensione di un’ora della seduta per valutare gli emendamenti oggetto di scrutinio segreto. La richiesta è stata appoggiata anche dai capigruppo delle opposizioni. Grasso ha anche annunciato di considerare ammessi al voto solo quelli che modificano o sopprimono il comma 5 dell’articolo, l’unico che è stato modificato dalla Camera in seconda lettura. 

Il premier intanto incita al voto: «I cittadini sanno perfettamente chi sta bluffando e non dice la verità. Se presenti 70 milioni di emendamenti, anche solo per stamparli ci vogliono 3 mesi e per discuterli anni, quindi è evidente che l’obiettivo era bloccare la riforma. Ma non ce la fanno, la riforma arriverà in porto», ha detto Matteo Renzi mercoledì sera al Tg3 a proposito delle riforme.

La bagarre però scoppia sul «canguro», un emendamento che consente di saltare in blocco tutti gli emendamenti su un tema già oggetto di una discussione che, se approvato, potrebbe eliminare altre proposte di modifica e quindi spianare la strada all’approvazione dell’articolo 1. «Informo che all’articolo 2 sono state apportate modificazioni al solo comma 5. Dichiaro quindi ammissibili soltanto emendamenti soppressivi o modificativi di tale comma. In alternativa, su tutto l’articolo, sono ammissibili soltanto emendamenti soppressivi. L’elenco verrà distribuito», ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, sciogliendo la riserva sull’articolo 2 in chiusura di seduta sui lavori sul ddl riforme.

01-10-2015

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