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Scandalo dati manipolati, Facebook ko in Borsa
Il caso Cambridge Analytica e le pressioni delle autorità americane e inglesi su Mark Zuckerberg affondano l'azienda californiana: perso circa il 5% del suo valore
Pesante calo in Borsa, a Wall Street, per Facebook. A pesare è senza dubbio lo scandalo di Cambridge Analytica e le pressioni delle autorità americane e inglesi su Mark Zuckerberg. I titoli dell'azienda californiana sono andati giù di oltre il 5% e fino a 174 dollari.
Tutto nasce dalle «preoccupazione» del governo inglese per le notizie sulla violazione dei dati personali di 50 milioni di utenti del social network che risultano essere filtrati a una società di consulenza britannica, Cambridge Analityca, e che pare siano stati utilizzati per tracciare profili di elettori a scopo di propaganda sia negli Usa sia nel Regno Unito: in particolare a favore di Donald Trump e della Brexit. La vicenda ha spinto il governo di Londra ad anticipare il progetto d'interventi normativi più stringenti per la tutela dei dati sulle piattaforme online e per «mettere fine al Far West» dei giganti del web, come scrive oggi il Daily Telegraph. Un portavoce di Theresa May ha da parte sua riferito che la premier conservatrice è favorevole anche a un'indagine ad hoc dell'autorità di controllo del Regno sull'informazione sulle denunce della gola profonda di Facebook che ha svelato il caso Cambridge Analityca e l'asserito abuso di dati per la cosiddetta «segmentazione psicografica» di milioni di utenti.
Al social media viene chiesto in particolare di fare luce e di dire esattamente cosa sapesse sul furto di dati di 50 milioni di americani, usati poi per spot politici mirati e per influenzare gli elettori. Facebook ha oscurato Cambridge Analytica venerdì scorso, tre anni dopo aver scoperto che aveva infranto le regole del social network acquistando illegalmente i dati raccolti dall'app thisisyourdigitallife, messa a punta dall'accademico russo-americano Aleksandr Kogan. Non è la prima volta che su Facebook si scatena una bufera per il suo ruolo politico, ma è la prima volta che gli attacchi vanno direttamente al suo amministratore delegato che, in passato, si è impegnato pubblicamente a «riparare Facebook». |
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19-03-2018
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