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M5S-Lega, «passi avanti». Resta nodo premier

La Lega e il Movimento 5 stelle hanno chiesto a Mattarella almeno fino a domenica. Il che significa che un punto della situazione potrebbe avvenire lunedì prossimo

Registrati «passi in avanti» dei leader di Lega e M5S, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, dopo la concessione da parte del capo dello Stato Sergio Mattarella di altro tempo per formare il nuovo governo e l'apertura di Silvio Berlusconi a far partire un esecutivo giallo-verde senza votare però la fiducia.

«Iniziamo dai temi poi i nomi. La cosa importante è il contratto di governo, ci sono soluzioni che gli italiani aspettano da 30 anni», ha affermato Di maio. «Se c'è accordo si parte altrimenti si vota. Molto semplice. Si è aspettato già tanto tempo», ha sottolineato Salvini che ha aggiunto: «Come promesso, stiamo lavorando fino all'ultima ora per far nascere un governo fedele al voto degli italiani». Al termine del faccia a faccia di giovedì, Salvini e Di Maio hanno assicurato con una nota congiunta che sono «stati fatti passi in avanti significativi» per la composizione del governo, ma restano vari nodi da sciogliere sul tavolo e per questo M5S e Lega hanno chiesto a Mattarella un ulteriore 'tempo supplementare' per la definizione del programma e della futura squadra. Resta, innanzitutto, la questione della premiership, che una volta risolta potrebbe sbloccare a cascata le altre caselle chiave, a cominciare dal ministero dell'Economia.

La svolta era arrivata mercoledì sera, quando Berlusconi dà l'ok al governo M5S-Lega. «Non saremo l'alibi se non trovano l'accordo», dice il Cavaliere in una nota. Forza Italia dunque ago della bilancia. Il governo Lega-M5S «non segna la fine dell'alleanza di centrodestra: rimangono le tante collaborazioni nei governi regionali e locali, rimane una storia comune, rimane il comune impegno preso con gli elettori», dice nella nota Berlusconi. «Se un'altra forza politica della coalizione di centrodestra ritiene di assumersi la responsabilità di creare un governo con i cinquestelle, prendiamo atto con rispetto della scelta. Non sta certo a noi porre veti o pregiudiziali. In questo caso non potremo certamente votare la fiducia. Di più a noi non si può chiedere, anche in nome degli impegni che abbiamo preso con gli elettori». «Il paese da mesi attende un governo. Continuo a credere che la soluzione della crisi più naturale, più logica, più coerente con il mandato degli elettori sarebbe quella di un governo di centrodestra, la coalizione che ha prevalso nelle elezioni, guidato da un esponente indicato dalla Lega, governo che avrebbe certamente trovato in Parlamento i voti necessari per governare. Questa strada non è stata considerata praticabile dal Capo dello Stato. Ne prendo atto». Infine ribadisce: se un governo Lega-M5S «non potesse nascere, nessuno potrà usarci come alibi di fronte all'incapacità - o all'impossibilità oggettiva - di trovare accordi fra forze politiche molto diverse».
10-05-2018

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