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Conte si dimette, da domani le consultazioni

Duro intervento del presidente del Consiglio. Attacca frontale a Salvini: «Crisi per interessi personali. Sulla Russia doveva chiarire in aula». Poi si dimette

Giornata decisiva per la crisi del governo di Giuseppe Conte, innescata per volere di Matteo Salvini, che porta poi all'addio. Dopo la conferenza dei capigruppo, le comunicazioni del presidente del Consiglio direttamente in Aula al Senato con un attacco frontale al suo vice premier Salvini e il dibattito, Conte sale al Colle per le dimissioni da capo del governo. La palla quindi passa al Quirinale e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che inizia le consultazioni mercoledì alle 16.

Il dibattito al Senato, durato oltre tre ore, si è aperto con un discorso di 48 minuti nel quale Conte ha affermato che l'azione dell'esecutivo gialloverde si interrompe qui. E nell’aula di Palazzo Madama Conte ha attaccato a testa bassa Matteo Salvini e la Lega, per avere avviato la crisi «in maniera irresponsabile» e «perseguendo solo interessi personali» e per la «mancanza di sensibilità e cultura istituzionale». E ha annunciato la fine dell’esperienza a Palazzo Chigi: «Questo governo si arresta qui». Mezz’ora prima dell’inizio della seduta il blog dei Cinque Stelle aveva pubblicato un post definendo Matteo Salvini «inaffidabile», facendo di fatto cadere l’opzione di una riproposizione dell’alleanza giallo-verde. Anche se lo stesso Salvini, intervenuto subito dopo Conte, ha rivendicato le proprie scelte («Rifarei tutto») e evocato il ritorno alle urne («Non abbiamo paura del giudizio degli italiani»).

Conte, nel suo discorso al Senato, ha rivendicato la scelta di portare la crisi in Parlamento, parlando di Salvini e del suo gesto giudicato «particolarmente grave», sia perché ha interrotto l’azione di un governo «che in un anno ha realizzato molti risultati», sia perché ha mandato in fumo «il progetto di cambiamento uscito dalle urne il 4 marzo». «Il leader della Lega è venuto meno al contratto di governo che lui stesso aveva sottoscritto. Questa crisi avviene in un momento delicato per l’interlocuzione con le istituzioni europee» ha poi aggiunto il premier, evidenziando come il timing europeo in questo momento sia legato alle trattative per la nuova composizione della Commissione Europea. E ancora: «È stata irresponsabile la decisione di innescare una crisi di governo. Il ministro dell’Interno ha mostrato di inseguire interessi personali e di partito. Le scelte compiute e i comportamenti adottati in questi ultimi giorni dal ministro dell’Interno, e mi assumo la responsabilità di quello che affermo, rivelano invece scarsa sensibilità istituzionale e una grave carenza di cultura costituzionale». «È stato un gesto di grave imprudenza nei confronti del Parlamento, suscettibile di precipitare il Paese in una fase di incertezza politica e debolezza finanziaria. Una crisi peraltro annunciata dopo la fiducia ottenuta sul decreto Sicurezza bis, una scelta temporale che suggerisce opportunismo politico».

«Avete accreditato l’idea di un governo dei no macchiando 14 mesi di attività di governo — ha evidenziato Conte - mettendo così in dubbio anche l’attività dei vostri ministri e sottosegretari che mi hanno affiancato». Il premier ha poi ricordato i tanti provvedimenti adottati dall’esecutivo, accusando la Lega di avere «oscurato» e «offuscato» il lavoro svolto: «Questo è un governo che ha lavorato intensamente fino all’ultimo giorno e prodotto significative riforme, altro che governo dei no». Per Conte, all’indomani delle elezioni per il rinnovo dell’Europarlamento, la Lega ha cercato a tutti i costi di prendere le distanze dall’esecutivo per poi cercare di monetizzare anche in chiave nazionale il consenso ottenuto nel voto europeo. «Caro Matteo, promuovendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese. Hai chiesto pieni poteri e hai invocato le piazze a tuo sostegno. Questa tua concezione mi preoccupa. Le questioni istituzionali non si regolano nelle piazze ma nel Parlamento». Citando poi Federico di Svevia ha detto che «non abbiamo bisogno di persone con i pieni poteri, ma di persone con piena responsabilità». Poi il presidente del Consiglio ha mirato dritto al «Russiagate»: «Se tu avessi accettato di venire a riferire in Senato su una vicenda che richiede di essere chiarita anche per i riflessi internazionali avresti evitato problemi al tuo presidente del Consiglio». Gli ha poi rinfacciato di avere più volte «invaso le competenze» degli altri ministri, finendo per minare l’efficacia dell’azione dell’esecutivo e lo ha accusato di avere criticato più volte i ministri pentastellati evidenziando una mancanza di «cultura delle regole». Conte ha poi detto a Salvini di non avere gradito l’accostamento agli slogan politici i simboli religiosi, considerandoli «episodi di incoscienza religiosa» che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e al tempo stesso di oscurare il principio di laicità, «tratto fondamentale dello Stato moderno».


«La crisi in atto - spiega Conte - compromette l’azione di questo governo che qui si arresta. Ma bisogna andare avanti, c’è gran bisogno di Politica con la P maiuscola, bisogna progettare il futuro, offrire opportunità ai nostri giovani, che vanno trattenuti e non costretti ad abbandonare il Paese». Ha infine annunciato di volere rispettare fino in fondo l'iter istituzionale: resterà pertanto ad ascoltare tutti gli interventi dei senatori e solo al termine si recherà al Quirinale per ufficializzare la fine dell’esperienza del governo «nelle mani del presidente della Repubblica».

Subito dopo ha preso la parola Matteo Salvini, che si è spostato sui banchi Lega. «Rifarei tutto quello che ho fatto - ha esordito - perché sono un uomo libero e non ho paura del giudizio dei cittadini». Ha subito replicato a Conte per la sequela di accuse ricevute («come un Saviano qualsiasi»), ha ironizzato sulle critiche per la crisi aperta ad agosto («perché in questo momento nel Paese c’è gente che lavora, non ci sono solo i politici per cui agosto è sacro») e ha sottolineato l’esigenza di lavorare da subito in maniera coraggiosa «per l’Italia del 2050». «Siamo un Paese libero e sovrano — ha detto — e sono stanco di dovere aspettare per ogni cosa il consenso dell’Unione europea». E citando Cicerone: «Non voglio un padrone giusto, voglio nessun padrone». Salvini ha spiegato che «se questo governo si è interrotto è perché da mesi c’erano in consiglio dei ministri e in parlamento dei Signor No che bloccavano tutto». E poi: «Due settimane fa la forza maggioritaria del governo le ha votato la sfiducia sulla Tav. E dunque di cosa stiamo parlando?». «Agli italiani vorrei offrire un futuro di benessere, prosperità, crescita. Come può pensare qualcuno di riportare al governo Renzi che gli italiani hanno buttato fuori dalla porta?». Poi l’apertura finale al M5S: «Se volete tagliare i parlamentari, se volete fare una manovra coraggiosa, se volete completare il progetto di riforme avviato noi ci siamo. Se volete governare con Renzi auguri».

Per il Pd, dopo Salvini, è intervenuto Matteo Renzi. «L’esperimento populista funziona in campagna elettorale non al governo. Dicevate che con la nostra opposizione avreste governato 30 anni, oggi siamo qui ad assistere allo stop al governo dopo solo 14 mesi». Quindi l'affondo: «Avete servito il Paese ma i vostri risultati economici sono un fallimento. Ma non è questa la vostra sconfitta più grande: la vera sconfitta è che in questo Paese si è creato un clima di odio». Renzi ha ribadito di non avere paura del voto, ma ha evidenziato che in questo momento le ambizioni e i risentimenti individuali devono lasciare spazio all'interesse nazionale. «Noi siamo contenti che finisca l’esperienza fallimentare di questo governo populista — ha detto — ma faremo la nostra parte affinché a pagarne le conseguenze non siano gli italiani».

Il capo dello Stato avvierà le consultazioni mercoledì 21 agosto, alle ore 16 con la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: poco prima sentirà al telefono il presidente emerito Giorgio Napolitano che non si trova a Roma; quindi alle 16.45 il presidente della Camera Roberto Fico. Dalle 17.30 e fino alle 19 il gruppo per la autonomie i gruppi misti di Camera e Senato e, infine, Liberi e Uguali. Giovedì alle 10 è il turno di fratelli d'Italia, alle 11 il Partito Democratico, alle 12 Forza Italia, alle 16 la Lega e chiuderà le consultazioni il Movimento 5 Stelle alle 17.

«Lunghi applausi a Matteo Salvini dal gruppo della Lega, determinato e compatto. Prima il bene degli italiani poi il resto. La Lega unica forza politica che non ha paura di confrontarsi con i suoi datori di lavoro, i cittadini, che non parla di poltrone ma di sviluppo del Paese». Si leggeva, prima dell'intervento di Conte in una nota della Lega, diffusa al termine della riunione dei senatori con Matteo Salvini. «Caro Giuseppe oggi è un giorno importante. Il giorno in cui la Lega dovrà rispondere delle proprie colpe per aver deciso di far crollare tutto, aprendo una crisi in pieno agosto, in spiaggia, solo per ricorrere i sondaggi. Oggi al Senato, i ministri M5S saranno al tuo fianco. Ci presenteremo a testa alta. Qualunque cosa accada volevo dirti che è stato un onore lavorare insieme in questo governo. Se una perla rara, un servitore della Nazione che l'Italia non può perdere - così invece il vicepremier Luigi Di Maio su facebook -. Tutti, ognuno di noi, sa di stare dalla parte giusta della storia. Qualunque cosa accada, volevo dirti che è stato un onore lavorare insieme in questo Governo. Vorrei sfruttare l'opportunità di questo post per ringraziarti. Sì, ringraziarti. Quando tutta Italia ha conosciuto Giuseppe Conte, lo ha conosciuto come uno dei membri della squadra di Governo del Movimento 5 Stelle. Era il 2 marzo del 2018, io ero candidato Premier e tu mi avevi dato la disponibilità a ricoprire il ruolo di candidato Ministro della Funzione Pubblica. Sono sicuro lo avresti fatto ai massimi livelli e saresti stato il Ministro più amato d'Italia. Ma, diciamocelo, saresti stato sprecato. Allora avevamo ben compreso le tue capacità e competenze, non ancora invece la tua profonda umanità. Per fortuna, quando è nato questo Governo, a me e Alfonso Bonafede venne l'idea di proporre te come Presidente del Consiglio di garanzia tra le due coalizioni». «In 14 mesi hai salvato l'Italia da due procedure di infrazione, hai rappresentato l'Italia ai tavoli europei ottenendo i margini di bilancio per dare ai cittadini Quota 100 e il Reddito di Cittadinanza. Hai saputo farti amare dagli Italiani soprattutto nelle aree più disagiate del Paese. Qualunque cosa accadrà oggi, sappi che per me e per tutti noi vederti in quel ruolo è stato motivo di orgoglio. Sei una delle scelte di cui vado più fiero nella mia vita. Forza amico mio!», conclude il leader del M5S.
20-08-2019

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