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«Contatti tra partiti. Tempo fino a martedì»

In mattinata al Colle Fratelli d'Italia, Pd e poi Forza Italia. Nel pomeriggio Lega e per ultimo il M5S. Mattarella concede tempo per trovare nuova maggioranza

Giovedì, seconda giornata di consultazioni al Quirinale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra i partiti maggiori: si comincia con Fratelli d'Italia con a capo Giorgia Meloni, seguito dalla delegazione del Pd (alle 11) guidata dal segretario Nicola Zingaretti. A mezzogiorno è atteso il gruppo di Forza Italia con Silvio Berlusconi.

Nel pomeriggio alle 16 i colloqui proseguono con la Lega, con a capo Matteo Salvini. E si concludono alle 17 con il M5s, guidato da Luigi Di Maio. Che, dopo le consultazioni, convocherà i gruppi cinquestelle di Camera e Senato per fare il punto sulla strategia da seguire.

Per Meloni, leader di Fdi, a colloquio per circa 30 minuti con Mattarella, non c'è altra soluzione se non il voto. «Ho sentito Salvini e penso che se si andasse al voto ci sarebbe una compagine formata da Fdi e Lega sicuramente, vedremo cosa fa Fi, e sicuramente sarebbe già maggioritaria». La leader Fdi ha sottolineato che «le elezioni sarebbero la via più rispettosa dei cittadini e della Costituzione, che affida la sovranità al popolo».
Per il Pd, la cui delegazione era composta dal segretario Dem Nicola Zingaretti, Paolo Gentiloni presidente del partito, la vice presidente del Pd Paola De Micheli e dai due capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci, c'è spazio per la trattativa coi grillini per a certe condizioni.
«Abbiamo manifestato al presidente della Repubblica la disponibilità a verificare la formazione diversa maggioranza e l'avvio di una fase politica nuova e un governo nel segno della discontinuità politica e programmatica». Lo dice il segretario Zingaretti al termine dell'incontro con Mattarella. «Non un governo a qualsiasi costo: serve un governo di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo, solido, una ampia base parlamentare e ridia una speranza agli italiani. Se non dovessero esistere queste condizioni, tutte da verificare, lo sbocco naturale della crisi sono nuove elezioni anticipate alle quali il Pd è pronto».
Per Forza Italia, invece, va evitato un governo purché sia. «No a esecutivi improvvisati, l'unico possibile è di centrodestra. Pericoloso un governo sbilanciato a sinistra. Non riferisco come Merkel e Juncker hanno definito il precedente governo. È stata indebolita l'economia italiana al punto che rasenta la crisi con un debito pubblico che ha superato il livello di guardia», dice Berlusconi. Con una maggioranza tra Pd e M5s ci sarebbe il rischio di «un'imposta sulle successioni alla francese che arriverebbe fino al 45%». E rivolto alla stampa dice: «Vi dico di fare attenzione perché ci sono programmi in giro anche contro l'editoria e le tv. Il male può venirci addosso, ed è un male grande che riguarda tutti noi».

Nel pomeriggio, ecco al Quirinale i due partiti che fino a pochi giorni fa erano uniti al governo. «L'Italia non può permettersi di perdere tempo - dice Salvini - i troppi no hanno portato allo stop di quest'esperienza di governo che ha fatto tante cose buone. È stato il governo del fare, del costruire e del camminare insieme. Oggi la via maestra non possono essere giochini di palazzo e governi contro ma solo le elezioni. Ho letto che qualcuno vorrebbe cancellare i decreti sicurezza e magari riaprire i porti, qualcuno vuole tornare indietro su quota 100 ma io non ci sto - aggiunge Salvini -. La via maestra è il giudizio del popolo. Un accordo contro per tirare a campare Pd-Cinquestelle è la vecchia politica». Salvini però riapre al M5S: «Ho scoperto che tanti no, si sarebbero trasformati in si. Ci sono alcuni 5S che appoggerebbero una manovra coraggiosa: ho scoperto che ci sarebbero alcuni disponibili. Aver scoperchiato il vaso è stato utile per capire. Ma malgrado gli insulti, vado avanti. Se qualcuno mi dice veniamoci incontro io sono un uomo concreto. Se poi qualcuno mi dice "ragioniamo perché i no diventino si", miglioriamo la squadra, diamoci un obiettivo, facciamo qualcosa "non contro" ma "per", io l'ho sempre detto, sono una persona concreta, non porto rancore guardo avanti, non indietro».

«Qui si rischia di riportare il Paese a una condizione come quella della crisi del 2008. Non è giusto che a pagare siano proprio i cittadini italiani - ha detto Di Maio, davanti ai giornalisti, al termine del suo incontro con Mattarella. Il M5S ha la maggioranza relativa in Parlamento, i cittadini ci hanno chiesto di cambiare il Paese profondamente, non di seguire calcoli politici o crisi estive. Le leggi concepite dal Movimento erano al passo da una realizzazione: per questo abbiamo informato il Capo dello Stato di 10 impegni che abbiamo preso con gli italiani». Di Maio ha quindi citato un programma vasti, che va dal taglio del numero dei parlamentari fino a una legge sul conflitto d'interessi e la riforma della Rai, arrivando al dimezzamento dei tempi della giustizia riformare il metodo d'elezione dei membri del Csm. «Il M5S non lascia la nave affondare: sono state avviate tutte le interlocuzioni per avere una maggioranza solida che voglia convergere sui punti indicati. Noi non lasciamo affondare la nave, che a pagare siano gli italiani».

In serata, Mattarella interviene al termine delle consultazioni. «La crisi di governo si è aperta con una rottura polemica del rapporto tra i due partiti che componevano la maggioranza. Servono decisioni chiare in tempi brevi - dice il capo dello Stato -. Sono possibili solo governi che ottengono la fiducia del parlamento su un programma per governare il Paese. Altrimenti la strada da percorrere sarebbero nuove elezioni. Una decisione da non assumere alla leggera dopo poco piu di un anno, ma necessario se il Parlamento non sia in condizione di esprimere una maggioranza di Governo». Martedì nuove consultazioni.

Ecco il calendario:

Giovedì 22 agosto 2019

ore 10.00 gruppi parlamentari "Fratelli d'italia" del Senato e della Camera dei deputati
ore 11.00 gruppi parlamentari "Partito democratico" del Senato e della Camera
ore 12.00 gruppi parlamentari "Forza italia - Berlusconi presidente" del Senato e della Camera
ore 16.00 gruppi parlamentari "Lega-Salvini premier" del Senato e della Camera dei deputati
ore 17.00 gruppi parlamentari "Movimento 5 stelle" del Senato e della Camera

Mercoledì, nella prima giornata delle consultazioni, a parte sporadici inviti al voto venuti dal gruppo di Lupi e pochi altri del Gruppo Misto alla Camera, cresce il “partito del non voto” sulla base del “rischio Iva-Manovra”, come paventato dal premier dimissionario Giuseppe Conte. Aperture al reincarico a Conte arriva da Autonomie e da LeU: «Abbiamo espresso al presidente della Repubblica le nostre preoccupazioni per un ritorno al voto. La maggior parte delle componenti dei senatori pensano che sia necessario di avere la buona volontà di costruire un governo non breve, un governo politico e di legislatura», spiega la capogruppo al Gruppo Misto al Senato Loredana De Petris. Muroni e Fornaro di LeU alla Camera intervengono al termine delle consultazioni con Mattarella spiegando: «Noi siamo indisponibili a soluzioni tampone per evitare il voto. Siamo piuttosto disponibili a dare un contributo per verificare le condizioni per un governo politico in grado di affrontare le questioni importanti del Paese. Un governo politico di svolta, che ponga al centro il lavoro, la lotta alla precarietà, alle disuguaglianze economiche, la lotta all’evasione e alle mafie». Di particolare rilievo è la dichiarazione di Beatrice Lorenzin uscendo dal colloquio con il Capo dello Stato: «Mattarella chiede con nettezza un governo forte che possa avere la maggioranza in Parlamento». Un invito “indiretto” a trovare una quadra tra Partito Democratico e Movimento 5Stelle, per molti.
22-08-2019

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