La rivista nel mirino degli islamici dal 2006
Minacce da otto anni, da quando il giornale ripubblicò le dodici controverse vignette su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten. E la promessa di vendetta
Choc e orrore in tutto il mondo per l’incre- dibile strage nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, pubblicazione notis- sima per le sue posizioni in difesa della li- bertà d’espressione e individuale, usando però l’arma dell’ironia e della satira, è più volte finito nel mirino degli integralisti isla- mici per aver irriso la figura di Maometto.
Otto anni fa, dunque, il caso più clamoroso, con la scelta di ripubblicare le dodici controverse vignette su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten. Le vendite balzarono in un giorno dalle 140mila alle 400mila copie, mandando su tutte le furie il mondo islamico e spingendo il Consiglio francese del culto musulmano a chiedere il ritiro delle copie dalle edicole. Incriminato per razzismo, l’allora direttore Philippe Val fu assolto l’anno dopo da un tribunale francese.
Il giornale uscì in edicola per la prima volta nel 1970, ispirato a Charlie Brown e sulle ceneri di “Hara Kiri Hebdo”, censurato dopo la clamorosa prima pagina il giorno dopo la morte del generale De Gaulle: «Ballo tragico a Colombey, un morto». Il giornale ha un successo straordinario che dura per qualche anno, fin quando le cause in tribunale non gli rendono la vita impossibile. Chiude nel 1981 dopo 580 numeri, per poi ricomparire nelle edicole 11 anni dopo con ispirazione libertaria e populista.
Nel novembre 2011 la sede del settimanale venne distrutta da una bomba molotov e dall’incendio generato dall’esplosione. La redazione aveva annunciato la nomina di Maometto come direttore del numero in uscita, che si sarebbe chiamato «Sharia Hebdo» in relazione alla vittoria del partito islamico di Ennahda alle elezioni in Tunisia e alla decisione del nuovo governo libico di usare la sharia come principale fonte di legge.
Ancora nel settembre del 2012, la sede fu blindata dalla polizia dopo le minacce per la pubblicazione di vignette ispirate al film anti-islam «L’Innocenza dei musulmani» che all’epoca stava infiammando il mondo islamico.
Il giornale, anche pochi minuti prima dell’attacco di mercoledì, aveva pubblicato un tweet sarcastico contro il leader dello Stato islamico al-Baghdadi. |