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Governo, Gentiloni alla Camera per la fiducia

Voto nel pomeriggio sulle dichiarazioni programmatiche che il capo dell'Esecutivo terrà a partire dalle 11. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio

E' atteso nel tardi pomeriggio di oggi la votazione di fiducia alla Camera sulle dichiarazioni programmatiche che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni terrà a partire dalle 11. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. In base al programma stabilito dai capigruppo, il presidente del Consiglio, dopo aver tenuto le sue comunicazioni sul programma, si trasferirà in Senato dove consegnerà il discorso.

Dalle 12:30 in Aula la discussione generale con replica di Gentiloni, e poi le dichiarazioni di voto. Questa fase verrà trasmessa in diretta televisiva. Infine, come accennato, la chiama per la votazione di fiducia. I deputati di M5S e Lega non hanno partecipato alla votazione di fiducia nell'Aula della Camera sul programma del governo Gentiloni: emerge dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. M5S salta anche la discussione generale ma interviene nel corso delle dichiarazioni di voto con la capogruppo Giulia Grillo

Lunedì, in mattinata, con la delegazione di Fdi nella Sala del Cavaliere di Montecitorio, hanno avuto luogo le consultazioni del presidente del Consiglio incaricato per la formazione del nuovo governo. Dopo Fdi, alle 10:15, Gentiloni ha ricevuto la delegazione di Svp, quindi alle 10:30 quella dei Civici Innovatori, alle 10:45 quella del gruppo per le Autonomie, alle 11 quella di Cor, alle 11:15 quella di Ap, alle 11:45 quella di Fi, alle 12:30 quella di Gal e alle 14 quella del Pd. Gentiloni è giunto poi nel pomeriggio al Quirinale, come da programma, per presentare la lista dei ministri del nuovo governo e sciogliere così la riserva. «Ho cercato di conciliare l'esigenza di tempi stretti, così come indicato dalle parole di Sergio Mattarella, con quella di ascoltare tutti», ha detto il presidente incaricato parlando in mattinata a Montecitorio. La squadra dunque (Ministri con portafoglio): Alfano agli Esteri, Economia confermato Pier Carlo Padoan, Interni Minniti, Orlando alla Giustizia, Difesa Pinotti, Calenda allo Sviluppo economico, Martina alle Politiche agricole, Ambiente Galletti, Delrio alle Infrastrutture, Lavoro Poletti, Istruzione Marina Fedeli, Cultura confermato Dario Franceschini, Salute confermata Beatrice Lorenzin; (Ministri senza portafoglio) Finocchiaro ai Rapporti col Parlamento, Madia alla Semplificazione e Pa, Enrico Costa agli Affari Regionali, De Vincenti alla Coesione territoriale e Mezzogiorno, Luca Lotti allo Sport. Mentre Maria Elena Boschi entra nello staff di Palazzo Chigi come sottosegretario.

«Non voteremo la fiducia a un governo intenzionato a mantenere uno status quo. Il governo deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest'ultimo principio». Questa invece la presa di posizione di
Denis Verdini e Enrico Zanetti di Ala.
Su tutte le furie invece l'opposizione. «Siamo di fronte a un intollerabile gioco delle tre carte: Renzi irresponsabile, dopo aver ricattato il Paese ha messo al governo un suo prestanome. È un governo che nasce senza fiducia degli italiani - ha dichiarato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia -. Chiediamo a Gentiloni di non fare melina e indicare subito la data del voto. La legge elettorale si può fare subito».

«Dalle consultazioni, è emersa l’indisponibilità delle maggiori forze delle opposizioni a condividere responsabilità in un nuovo governo - ha detto Gentiloni domenica dopo aver ricevuto l'incarico -. Dunque, non per scelta, ma per senso di responsabilità, ci muoveremo nel quadro del governo e della maggioranza uscente. Cercherò di svolgere il compito con dignità e responsabilità per accompagnare e facilitare il lavoro parlamentare nel definire le nuove regole elettorali. Tengo presente l'urgenza di cui ha parlato il presidente della Repubblica: riferirò al più presto al capo dello Stato. Dalle consultazioni - ha aggiunto il ministro degli Esteri uscente - è emersa la conferma della decisione del premier Renzi di non accettare un reincarico in coerenza con l'impegno assunto durante la campagna referendaria. E questa coerenza merita rispetto. Sono infine consapevole dell’urgenza di dare all’Italia un governo nella pienezza dei poteri e di rassicurare i nostri cittadini che affronteremo con il massimo impegno le priorità internazionali, economiche e sociali. A cominciare dalla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto».

Sabato, chiuse le consultazioni, il presidente della Repubblica aveva parlato al Paese: «Ho registrato con attenzione e rispetto le opinioni dei vari partiti. Nelle prossime ore valuterò quanto emerso dai colloqui e prenderò le iniziative necessarie per la soluzione della crisi di governo». «Il nostro Paese - ha proseguito il Capo dello Stato - ha bisogno in tempi brevi di un governo nella pienezza delle sue funzioni: ci sono impegni e scadenze da rispettare. Si tratta di adempimenti di carattere interno, europeo e internazionale. È emersa in questi incontri come prioritaria un'esigenza generale di armonizzazione delle due leggi per l'elezione di Camera e Senato, condizione indispensabile per andare a elezioni. Vorrei ribadire che tra i punti in primo piano c'è anche il sostegno ai cittadini colpiti dal sisma e la ricostruzione dei loro paesi. Mi auguro che il clima politico possa articolarsi e svolgersi in un rapporto dialettico ma sereno e costruttivo».
13-12-2016

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