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«Nei piani volevano colpire la Sagrada Familia»
Nel mirino degli attentatori, oltre alle Ramblas, c'era anche uno dei simboli della cristianità: la gigantesca cattedrale modernista di Gaudí nel cuore dell'Eixample
 Miravano ad una giornata come quella dell'11 settembre. I terroristi entrati in azione giovedì scorso sulla Rambla di Barcellona, infatti, avevano inizialmente pianificato un attacco che prevedeva il ricorso a tre furgoni imbottiti di esplosivo da far saltare in aria in tre luoghi molto affollati della città catalana.
Nei piani, scoperti dagli inquirenti, gli attentatori puntavano anche alla Sagrada Familia, simbolo della città di Barcellona e luogo di culto cattolico. Lo riporta il quotidiano El Espanol, aggiungendo che il secondo furgone doveva esplodere sulla Rambla e il terzo nella zona portuale. Il piano è sfumato per l’esplosione accidentale avvenuta il giorno prima dell’attacco in una casa di Alcanar, circa 200 chilometri a sud di Barcellona, dove gli inquirenti ritengono che i terroristi stessero preparando gli ordigni.
Nelle indagini intanto è entrato anche Abdelbaki El Satty, l’imam di Ripoll, piccola cittadina dei Pirenei di 10mila anime, al 10% di origine marocchina, da cui venivano quasi tutti i 12 presunti membri della cellula. La polizia ha perquisito per tre ore oggi il suo appartamento. L'uomo però è sparito da martedì dopo aver detto al suo coinquilino che andava in Marocco in vacanza dalla moglie e dai figli. Gli inquirenti sospettano possa essere stato lui a indottrinare e dirigere i "baby-terroristi" marocchini di Ripoll e che possa essere uno dei due terroristi morti nell’esplosione del covo della banda mercoledì notte ad Alcanar. |
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20-08-2017
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